La reliquia di Costantinopoli

immagine per La reliquia di Costantinopoli Autore: Paolo Malaguti 
Titolo: La reliquia di Costantinopoli
Editore: Neri Pozza

Proposto da Marcello Fois, Alberto Galla

1565, Venezia. Il sole non lambisce ancora il camposanto di San Zaccaria, quando il vecchio Giovanni si cala nella tomba del chierico Gregorio Eparco, il suo antico tutore, appena riesumata dai pissegamorti in cambio di tre ducati. Sta cercando un libercolo. Un diario «avvolto in una pezza di tela cerata, sigillata da un nastro nero», che lui stesso, cinquant’anni prima, ha nascosto sotto la nuca del maestro, dopo aver giurato di non sfogliarlo né di farne parola con nessuno.  Il giuramento, però, ora può essere infranto, poiché le annotazioni contenute in quell’involucro sono l’unico indizio in grado di condurre ad alcune preziosissime reliquie cristiane andate perdute.  Il diario si apre nel 1452, quando Gregorio giunge ad Adrianopoli insieme con il suo socio d’affari. La città offre uno spettacolo raccapricciante agli occhi dei due giovani mercanti. Ventotto marinai di una galea da mercado della Serenissima sono stati torturati, uccisi e lasciati alla mercé dei cani nelle pubbliche vie. L’intento del giovane Sultano è chiaro: offrire una dimostrazione di forza prima di cingere d’assedio Costantinopoli.  Mentre uno sparuto esercito tenta di respingere l’assalto dei turchi, Gregorio ha un’idea: recuperare tutti «i frammenti di Paradiso» appartenuti ai santi e disseminati nelle chiese, nei sotterranei e dentro il Grande Palazzo imperiale di Costantinopoli, per salvare in tal modo la Cristianità. Così tra imboscate, fughe ed enigmi, i due giovani mercanti si accingono all’impresa…

@premiostrega Un romanzo che si impone per la sua obliqua e inquietante attualità, sostenuto da un impasto linguistico di rara vivacità e precisione.
Marcello Fois

@premiostrega Malaguti tesse una trama avvincente, che coniuga alla profonda attenzione per le fonti una crescente tensione narrativa.
Alberto Galla


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