Titolo: Ballate di Lagosta
Editore: Donzelli
Presentato da Mario Desiati
Il dato biografico sembra connaturato a quello geografico in questo poeta nato a Trieste nel 1975. Christian Sinicco, fondatore della Lega Italiana Poetry Slam, tra le molte attività per la poesia, monitora e segue il progetto L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre lingue minoritarie (2014). Dopo anni di occupazioni instabili e lotta al precariato, oggi è sindacalista Cgil e lavora per una concessionaria autostradale in una zona di transito tra Nord Europa, Adriatico e Balcani. Al mare proteso verso Oriente, nell’onda lunga di una Mitteleuropa sommersa ma residua, è legata la sua raccolta più compiuta, Ballate di Lagosta, con affondi nel mare nostrum inteso non come casa, o habitat naturale, ma possibilità di movimento e voce. Moto che con Sinicco si impone per insurrezione primitiva, solo in seconda battuta per acquisizione, e sempre come canto. È a Lagosta (in croato Lastovo), isola della Dalmazia meridionale e luogo nuovo ed estraneo che, dopo un viaggio di svago, il poeta trova la sua Permanenza biologica, quasi pre-verbale. Non il racconto di sé e del proprio bios, piuttosto quello di un altro nucleo familiare, con la processione di Ferragosto e i rituali di persone e affetti acquisiti – Marija e Ambroz, Marijana, Jadro, Sara – pronti per alterità a farsi uomo e personaggio («l’isola è un uomo»). Individualità spiccate che si compenetrano nella collettività dei sensi e del rito: la ballata antica e popolare, il sonetto d’amore spinti alle soglie della canzone e del rap nell’intento multiplo di preservare la diversità di ogni singola voce del coro. Come nell’ultima sezione che è l’ipotesi meno scontata cui la raccolta pare aderire: il ritorno degli «spariti nelle onde», i migranti, dei quali – al pari di Marija, Ambroz, Jadro – il poeta recupera l’isola, il tuffarsi nell’oltre del suono che erode la sparizione.
Motivazione del Comitato scientifico
Le Ballate di Lagosta di Christian Sinicco rappresentano con grande efficacia l’impatto della storia, della realtà politica e del mondo contemporaneo con la poesia dell’interiorità. Sinicco è poeta di notevoli contrasti ed entra in un territorio storico e geografico formato dal sedimento delle esperienze feroci delle guerre balcaniche. Appaiono luoghi e personaggi dai margini precisi eppure lievi e inafferrabili come fantasmi. Poesie limate e ricercate ma abitate dalla passione dove, parafrasando uno dei suoi testi, le isole sono uomini, i cuori si fanno estasi e le lingue vibranti e variopinte echeggiano dopo la tempesta, i colori dell’erba bruciano, il paesaggio è freddo, il vento è privo di una direzione dunque ignoto e il ciclone dell’inverno tra le barche è quasi una speranza che nessuno ricorda o forse nessuno più conosce e dunque tace come i nomi di chi è stato inghiottito nel Mar Mediterraneo. Nell’universalità di questi versi, si evince un senso d’amore per la comunità umana e la sua storia, una suggestiva originalità dello sguardo che merita d’essere conosciuta.
Mario Desiati