
Titolo: L’animale estremo
Editore: Interno Poesia Editore
Nella nuova raccolta poetica di Prisca Agustoni, L’animale estremo, il filo conduttore è lo spaesamento vissuto dall’individuo che vede sorgere un nuovo cantiere in una zona verde ancora intoccata dall’edilizia, fenomeno che negli ultimi decenni ha «allungato» le città e le zone industriali e decimato gli spazi verdi che separavano un villaggio dall’altro. Il tema della costruzione (di un edificio ma anche di un nuovo senso di «comunità» e dell’abitare) occupa l’intera raccolta, declinato in vari modi: dall’osservazione della macchina anonima del cantiere e la conseguente riflessione del rapporto tra l’umano e la natura, all’attenzione rivolta verso gli abitanti della zona di cemento, le loro sensazioni, la loro intimità trapelata dai rumori, nelle viscere di questo animale estremo. Così, come se fossero dei cuori invisibili di un enorme corpo grigio, le poesie registrano i minimi segnali di vita di ogni abitazione, attenta alla rugosità della materia umana osservata, pulsante, in contrasto con la staticità e la pesantezza degli elementi del cantiere (lo scavo, il cemento, il rumore). Il libro coglie questi contrasti e risvolti dell’animo umano, in un’alternanza stilistica tra poesia e poesia in prosa, dettata dalla cadenza del respiro di chi osserva e di chi abita tra le pareti dell’edificio.