Nel dopo

La poesia di Marco Corsi si fa dialogo tra passato e futuro, dove l’attualità si proietta verso un «dopo» in cui chi scrive e ciò che è accaduto non ci saranno più. Il presente diventa la traccia di un futuro visionario, anticipato poeticamente. In questa realtà lirica, anche lo spazio si trasforma, si dilata: i luoghi visitati si fondono in un unico ambiente strano, onnicomprensivo, instabile.

Lontano dai modelli novecenteschi, Corsi utilizza una scrittura fatta di accumulazioni, rimandi e blocchi frastici, costruendo un poema narrativo che unisce la vita presente a un passato riemerso e a un futuro ancora da scoprire. Il poeta genera così versi pregni di una forza in grado di oltrepassare le diverse dimensioni temporali dell’esistenza.