Titolo: Vivi al mondo
Editore: Vallecchi Firenze
Vivi al mondo – nuovo libro di Daniela Attanasio – tiene insieme con rigore e forza la vita sensoriale e quella spirituale; l’osservazione di quanto si apre ai sensi, per lampi o frazioni di realtà. In questi versi la poesia si avvicina a un’idea di spiritualità terrena, a “qualcosa che chiamiamo anima”. L’autrice ci porta in un viaggio metafisico e reale, una scrittura immediata, talvolta prosastica ma sempre densa e di grande tenuta ritmica, permette di non perdere la memoria della visione e del senso. Il tema sotteso del libro è la scrittura poetica stessa, dal primo verso che apre alla spinta ispirativa, fino alla vastità del reale che si spinge oltre i confini terreni scomparendo alla nostra vista. Una grande poeta del ‘900, Elisabeth Bishop, ha scritto parlando della poesia che il segreto di questa volatile e vibrante scrittura è: “Spontaneità, mistero, accuratezza” e ha aggiunto “in quest’ordine”. Daniela Attanasio si pone decisamente in accordo, in questo libro traccia una segreta connessione tra vita e invisibile. Una serie di incontri restano sospesi tra la quotidianità e l’alterità, tra i passanti e le parvenze, l’autrice dialoga con la materia stessa della poesia e ci accompagna fino alla densa sezione finale: il poemetto in prosa La casa di via del Corallo, in cui narra gli ultimi giorni di Amelia Rosselli, della quale Attanasio fu confidente e amica.
Qualcosa deve nascere, fra le parole di un libro. Una nuova visione, un sentimento del mondo. Quella di Attanasio è una solitudine parlante, il resoconto di uno stare al mondo a cuore aperto, con uno slittamento temporale. Quelli di Attanasio sono ricordi, esperienze, note a margine, note verbali di un corpo vivente, tracce mnestiche, ciò che la vita lascia tra le maglie della vita – e la poetessa intercetta e trascrive, rivivendo o vivendo, se è vero che il corpo, in qualunque condizione, «sente ancora l’amore» e «il linguaggio nasce dalla sintesi». Con una commovente e utilissima fiducia nella funzione poesia, Attanasio compone un’autobiografia universale, nella quale ciascun lettore può dare corpo e volto dei propri cari ai corpi e volti fissati nelle pagine, perché l’autrice intona un ininterrotto e quasi impersonale canto d’amore e malinconia, una sensata e fitta approvazione di cose piccole e immortali (piccioni, tagli di luce obliqua come gli occhi di un mondo dietro il mondo), fino al grande incontro con la figura di Amelia Rosselli, alla quale è dedicata la bellissima prosa quasi finale. Le austere stanze abitate da Rosselli hanno la stessa forma delle sue poesie: una lingua abitabile, dunque, dove stare al riparo dalla persecuzione del mondo. Una lingua che salva, finché salva, senza illusione e senza disincanto, con la serietà di un’infanzia che sopravvive e permette di intercettare tutti i bagliori di questo mondo, di vivi.
(Il Comitato scientifico)