Salta, Bart!, Giunti Editore
Susanna Tamaro, nata a Trieste nel 1957, ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia, diplomandosi in regia. Per dieci anni ha lavorato per la televisione, realizzando documentari scientifici. È una delle scrittrici italiane più conosciute e amate in tutto il mondo. Ha pubblicato romanzi per adulti di straordinario successo di pubblico a cui si affiancano anche delle narrazioni per ragazzi: Cuore di ciccia (1992), Il cerchio magico (1994), Tobia e l’angelo (1998), Papirofobia (2000), Il grande albero (2009). E dei saggi: Verso casa (1999), Più fuoco più vento (2002), Ogni parola è un seme (2005).
In ottobre 2010 esce la nuova edizione de Il Cerchio Magico (Giunti Junior) illustrata da Adriano Gon. Sempre con Giunti Editore l’autrice pubblica il suo romanzo Per Sempre nel maggio del 2011. A novembre 2015 ha ricevuto il premio “Vivere a spreco Zero”, un riconoscimento all’impegno di Susanna Tamaro per una svolta culturale rispettosa dell’ambiente e dell’uomo, fortemente legata alla prevenzione dello spreco di cibo e alla promozione dell’educazione alimentare.
Intervista all’autrice
Ti ricordi qual è stato il primo libro che hai letto?
La storie di Susanna, di Colette Rosselli. Ricordo soprattutto le illustrazioni e la scrittura in corsivo. Era la storia di una bambina che andava allo Zoo e interagiva con diversi animali.
Perché e quando hai deciso di scrivere un libro per ragazzi?
Il primo libro l’ho scritto a 13 anni e l’ho anche illustrato e rilegato personalmente. Era la storia di una tartaruga. Purtroppo non lo trovo più. A quell’età sentivo molto forte dentro di me il desiderio di scrivere storie illustrate. Il primo vero libro per ragazzi pubblicato, invece, lo devo a Donatella Ziliotto, che mi ha spinto ad avere coraggio e a scrivere per l’infanzia. Da questo incoraggiamento è nato, nel lontano 1991, Cuore di ciccia.
Ci sono degli autori o un autore in particolare che hanno influenzato il tuo lavoro di scrittrice?
Nel panorama contemporaneo l’autore di riferimento più importante è stato Roald Dahl. Per quanto riguarda il mondo del passato, invece ho un debito di riconoscenza con Hans Christian Andersen.
Raccontaci in breve una giornata tipo di quando scrivi.
Mi alzo presto, vado nel mio studio e accendo la stufa, perché di solito scrivo d’inverno e il mio studio è una casetta di legno nel bosco. Scrivo tutta la mattina, mentre il pomeriggio preferisco muovermi per pensare a come andare avanti nella storia. Non sono mai riuscita a immaginare storie stando seduta.
Cosa ti piacerebbe che pensassero i lettori una volta terminato il tuo libro?
Che provino gratitudine, perché leggendo si sono divertiti ed emozionati, e magari perché hanno intravisto, in loro stessi e nel mondo che li circonda, qualcosa di nuovo.
Che cosa consiglieresti a un tuo lettore che volesse scrivere un libro?
Di avere molta pazienza. Riempire una pagina di computer è facile, ma riempirla con qualcosa che abbia senso è davvero molto molto difficile.