La fine del cerchio, Fanucci Editore
Beatrice Masini è nata a Milano, dove vive e lavora. Giornalista, traduttrice (ha lavorato tra l’altro alla saga di Harry Potter), editor, scrive storie e romanzi per bambini e ragazzi. I suoi libri sono stati tradotti in oltre venti paesi. Con Fanucci Editore ha già pubblicato Sono tossica di te, Solo con un cane e Bambini nel bosco, quest’ultimo selezionato tra i 12 finalisti del Premio Strega 2010.
Intervista all’autrice
Ti ricordi qual è stato il primo libro che hai letto?
Un librino Disney che raccontava la storia di un aeroplanino disubbidiente sull’Aconcagua.
Perché e quando hai deciso di scrivere un libro per ragazzi?
Attorno ai trent’anni, quando mi sono resa conto che la maggior parte delle cose che scrivevo – racconti, storie – avevano una cosa in comune: bambini o ragazzi per protagonisti. Tanto valeva farlo apposta, e sul serio.
Ci sono degli autori o un autore in particolare che hanno influenzato il tuo lavoro di scrittrice?
Tanti e nessuno. Credo che ogni scrittore debba sforzarsi di essere diverso.
Raccontaci in breve una giornata tipo di quando scrivi.
La giornata nel mondo perfetto funziona così: sveglia verso le otto e mezzo (ma senza sveglia), colazione tranquilla, il tè che mi segue sul tavolo da lavoro, due ore di scrittura al computer senza guardare la posta o il telefonino e senza rispondere alle chiamate. Poi cose più pratiche e tante letture. La giornata vera ideale funziona così: sveglia alle sei e venti, corsa in città verso la scuola di mia figlia, ritorno a casa alle otto, due ore di scrittura al computer senza guardare la posta o il telefonino e senza rispondere alle chiamate. Poi redazione fino a sera. La giornata vera vera è priva della fase due ore di scrittura al computer. Però ci sono i sabati, le domeniche e le vacanze, e qualche mattina rubata.
Cosa ti piacerebbe che pensassero i lettori una volta terminato il tuo libro?
“Questa storia è anche un po’ la mia.”
Che cosa consiglieresti a un tuo lettore che volesse scrivere un libro?
Di farlo per la sola ragione giusta, ossia perché non può farne a meno.