Rim e le parole liberate

immagine per Rim e le parole liberate Autore: Maddalena Vaglio Tanet 

Illustrazioni di: Ilaria Mancini
Titolo: Rim e le parole liberate
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2024

Rim ama le parole, ma nel suo paese le parole costano care. Non si possono prendere in prestito, scambiare di nascosto e men che meno rubare. Le pene, per i ladri di parole, sono severissime. Le parole si pagano. Sono bestioline volanti grandi quanto un dito ed esistono solo in cattività, chiuse nelle loro gabbiette. Rim non sa che un tempo le parole vivevano libere e si potevano imparare a piacimento, erano di tutti e di nessuno. Non lo sa, finché non incontra Witzold. Mendicante decrepito che parla come un re, ex ladro di parole, Witzold ha radunato in segreto un grande stormo, il ParLi (Comitato Parole Libere). Rim scopre che le parole, fuori dalle gabbie, sono creature intelligenti e leali. È stato Oblivio, lo stregone, a imprigionarle tutte, per poi allevarle come polli e venderle al mercato. Il vecchio e la ragazzina escogitano un piano folle per liberare le parole una volta per tutte. Al loro fianco c’è solo Pun, il migliore amico di Rim, e un manipolo di parole pronte a tutto. Tra cocomeri giganti usati come nascondiglio, parole da combattimento, spie, formule magiche e calembour, metamorfosi e sacrifici, un’avventura comica e spaventosa, in bilico tra Rodari e Philip Pullman, tra Toti Scialoja e Roald Dahl.

«La giovane Rim ama collezionare parole ma vive in un paese dove le parole sono prigioniere e non sono a disposizione di tutti. Non ci sono nemmeno le scuole. Le parole sono dunque un privilegio di pochi e quindi non tutti possono dire quello che pensano. Senza parole, infatti, non c’è libertà di pensiero. Il vecchio Witzold aiuterà Rim, attraverso vicende magiche, fantastiche e fiabesche, a recuperare antiche verità e, soprattutto, a liberare le parole rinchiuse in gabbia. Un’avvincente metafora, quanto mai attuale, del potere e dei suoi abusi, dell’importanza del linguaggio, dell’attenzione massima che tutti noi dobbiamo prestare all’uso libero delle parole e alla loro conoscenza, a cominciare dagli anni dell’infanzia.»
(Comitato scientifico)


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