Illustrazioni di: Annet Schaap
Traduzione di:
Laura Pignatti
Titolo: Misha. Io, i miei tre fratelli e un coniglio
Editore: Sinnos
Anno di pubblicazione: 2024
La piccola Roya è dovuta fuggire dal suo paese, come accade a tanti. E quando finalmente con la sua famiglia entra nella sua nuova casa, nel paese che li ha accolti, pensa che sia davvero ora di avere un animale domestico: arriva così un simpatico coniglietto nano che si chiama Misha e che conquista l’amore della bambina e dei suoi tre fratelli maggiori. Roya inizia a raccontare a Misha del suo paese e del lungo viaggio dall’Afghanistan che ha affrontato da piccola (perché alcune cose non sono per le orecchie di tutti). Ma si rende conto che ogni storia può rivelarsi sempre più complicata e che il non detto spesso rimane dentro di noi per fuoriuscire in momenti inaspettati… E poi, un giorno, Misha scompare improvvisamente.
Dopo La ragazza bambù Edward Van de Vendel torna a regalare ai lettori una storia commovente e gentile, con lieto fine assicurato, basata su eventi realmente accaduti, grazie alla amicizia e alla collaborazione di Anoush Elman (diventato olandese, dopo essere fuggito dall’Afghanistan con la sua famiglia). Senza didattica e moralismo, ma con la forza della letteratura, Van de Vendel tocca un tema attualissimo, quello dei migranti, della ricerca di una vita migliore, dell’integrazione. Un racconto dove relazioni profonde si fondono dentro un’avventura tenera e allo stesso tempo divertente, dedicata ai piccoli lettori ma che riesce a conquistare anche gli adulti.
«Un libro importante nato da molti incontri, da molti racconti e da molta vita vissuta, non a caso è scritto a più mani. Intorno a un coniglietto domestico si apre la possibilità di raccontare storie grandi di fuga e di cura, ma anche di ingiustizie, di viaggi non desiderati, di documenti e di storie personali che attraversano geografie e stereotipi. Si entra, attraverso il racconto di Roya, 9 anni, in una famiglia afgana, nel processo di ricostruzione della propria memoria dopo una migrazione forzata, alla ricerca di foto che rimangono solo negli occhi, di nuove strade da percorrere, con dignità e ricchezza affettiva per ogni vicenda, piccola e grande, che la vita comporta. Il romanzo è un dono per tutti i lettori e il fiabesco tramite di un essere morbido e apparentemente fragile come Misha rimanda a una condizione interiore di apertura sentimentale necessaria per un’educazione civica che, attraverso la letteratura, può coltivare la comprensione e la convivenza fra cittadini di ogni età.»
(Comitato scientifico)