Intervento di Stefano Petrocchi alla conferenza stampa di annuncio dei libri candidati

5 Aprile 2024

immagine per citazione America Fiction

La frase che leggete in questa prima slide è tratta dal film American Fiction, Premio Oscar 2024 per la migliore sceneggiatura non originale, dal romanzo di Perceval Everett, Erasure (attualmente pubblicato dalla Nave di Teseo con il titolo Cancellazione). Nella sequenza si vedono alcuni scrittori riuniti in videochiamata per avviare i lavori di selezione dei testi in concorso a un famoso premio letterario. Sono, neanche a dirlo, sommersi dalle letture, e si chiedono come uscirne fuori onorevolmente. L’entusiasmo iniziale («Beh, sento che noi abbiamo il dovere di leggere ogni pagina») cede presto il passo a un più mite pragmatismo («A dire il vero, io ritengo cento pagine sufficienti», ma Everett nel romanzo era stato anche più drastico: «Penso che potremmo scartarne un buon numero dopo le prime righe»).

È un brano che riflette i pensieri non solo di qualsiasi comitato selezionatore, ma anche di ogni singolo componente di quel comitato. Ognuno, all’inizio, si ripromette di leggere tutto, per poi maledirsi un attimo dopo di aver accettato l’incarico. Ma ecco che si ricorda di essere stato scelto perché è un lettore esperto, e un lettore esperto è uno che legge sempre, per passione e per professione, non uno che legge tutto.

Questa pretesa che si debba leggere tutto da cima a fondo – a pensarci bene – mi sembra rimandare a un rapporto con i libri un po’ ingenuo, certamente idealizzato, proprio di chi la lettura non la frequenta poi molto. Come quegli stupefatti visitatori raccontati da Eco in una delle sue più divertenti Bustine di Minerva, quelli che davanti agli scaffali gremiti della sua biblioteca chiedevano invariabilmente: «Ma li ha letti tutti?».

immagine per Universo strega

Lo scorso anno è stato un anno importante per il Premio. È stata introdotta la sezione di Poesia. Il libro premiato, il bellissimo L’amore da vecchia di Vivian Lamarque, ha raggiunto un pubblico molto più ampio di quello raggiunto mediamente dalle opere in versi, registrando un numero di copie vendute paragonabile a un romanzo di discreto successo. Lo Strega ha avuto conferma in questa occasione di quanto sia importante promuovere tutta l’editoria di qualità, non solo quella di narrativa. Da qui, in un futuro spero prossimo, ci si potrà aprire a nuovi e diversi campi di intervento, sempre ponendo il libro al centro di ogni discorso culturale.

immagine per il fattore strega

A proposito di dati di vendita. Nel 2023 il Premio Strega Giovani ha raggiunto la decima edizione. Una tappa importante che ci ha incoraggiato ha misurare l’efficacia di questo riconoscimento assegnato da un’ampia giuria di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 19 anni provenienti da oltre cento scuole in tutta Italia. È stato il primo riconoscimento che si è aggiunto al Premio Strega “storico”: dal 1947 al 2013 è esistito un solo premio. Poteva perciò nascere il dubbio che lo sdoppiamento del marchio finissse con il depotenziare il fattore Strega, quel moltiplicatore di copie vendute di cui beneficia il libro premiato dopo la vittoria.

Ricordo che nel 2016 un economista dell’Università della Calabria, il prof. Vincenzo Scoppa, aveva calcolato l’impatto sulle vendite della fascetta Strega nei quarant’anni precedenti e cioè dall’istituzione nel 1975 delle classifiche del settimanale “TuttoLibri”, registrando un incremento medio tra il 400 e il 500%. Bene, dai dati di sell out forniti dagli editori possiamo apprezzare come nell’ultimo decennio non solo il risultato commerciale dei libri vincitori del Premio Strega assegnato dalla giuria “adulta” sia in lieve crescita rispetto a quello dei decenni a cavallo tra vecchio e nuovo secolo, ma anche come i vincitori del Premio Strega Giovani tengano mediamente la stessa andatura, con un aumento medio del 503%.

Di più, proprio tra questi ultimi si registrano i fenomeni più vistosi e di più lunga durata (i dati tengono conto delle vendite dall’anno della vittoria alla fine del 2023). Questo è accaduto sia per il fatto che alcuni di questi libri sono stati adattati con successo per il cinema e per la nuova serialità televisiva (la capacità di proiettare le narrazioni sull’orizzonte della crossmedialità, di farsi cioè “sistema passante” secondo la definizione di Gianluigi Simonetti, è come sapete una delle risorse essenziali della letteratura contemporanea), sia perché sono entrati stabilmente nelle letture scolastiche contribuendo a rinnovare un canone fin troppo statico.

Un’ultima annotazione: metà dei libri premiati dallo Strega Giovani sono scritti da autrici. Lo stesso è avvenuto negli altri premi che via via si sono aggiunti alla costellazione Strega. Questo appaiamento delle scrittrici agli scrittori premiati accadrà, sta già accadendo, anche al Premio Strega degli Amici della domenica, qualunque sia l’esito dell’edizione di quest’anno. Riconsiderando la storia di questo ultimo decennio potremo dire in futuro che «le abbiamo viste arrivare».

immagine per I progetti

Un premio letterario ha una dimensione orizzontale – in cui domina l’attualità: la sua funzione è mostrare al grande pubblico di anno in anno il meglio della produzione contemporanea – e una verticale, consegnata a quel primo giro di bozze del canone letterario che è il suo Albo d’oro. È compito della Fondazione Bellonci conservare e rendere accessibile la memoria storica del Premio Strega: abbiamo avviato in questo senso due progetti, il primo dei quali sta per concludersi.

Il prossimo 21 maggio presenteremo al Museo MAXXI l’aggiornamento del Primo tesoro della lingua letteraria italiana del Novecento, realizzato in collaborazione con l’Accademia della Crusca e FUIS Federazione Unitaria Italiana Scrittori. Il Primo tesoro, ideato e realizzato da Tullio de Mauro nel 2007 in occasione della sessantesima edizione del Premio Strega, era un corpus, un insieme di 100 testi finalisti e vincitori del premio trasposti su supporto elettronico (allora un DVD-Rom prodotto da UTET), indicizzato e interrogabile attraverso le parole che vi compaiono. L’aggiornamento è motivato dalla duplice esigenza di fornire agli studiosi un corpus più ampio, aggiungendo i vincitori degli anni successivi, e di renderlo fruibile per tutti gli studiosi e gli appassionati della nostra lingua, con un’interfaccia di consultazione web based che garantisce fra l’altro espandibilità future e dinamiche. La versione online che stiamo per rilasciare comprenderà dunque 115 titoli: tutti quelli vincitori dal 1947 al 2021 più quaranta finalisti.

Il secondo progetto ha come obiettivo il riordino, la descrizione, schedatura e inventariazione analitica e la digitalizzazione del fondo Premio Strega e del fondo relativo all’attività letteraria di Maria Bellonci conservati dalla Fondazione. È stato finanziato da un contributo dell’Unione europea – NextGenerationEU e approvato dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Creatività Contemporanea. Al termine di questo progetto, tra circa un anno, una parte consistente del patrimonio archivistico della Fondazione sarà reso disponibile online attraverso il software SINAPSI, incentivando così la ricerca storica e filologica e dando un contributo alla promozione della conoscenza della cultura del Novecento.

immagine per scrutinio dal vivo

Ci sarà una novità nella serata finale del premio. Tornerà lo scrutinio dal vivo degli ultimi cento voti, che saranno sbloccati e stampati (oggi si vota elettronicamente, non attraverso la scheda cartacea che ha in mano l’anonimo presidente di seggio dell’edizione 1951), poco prima di iniziare lo spoglio.

Nella slide vedete, in basso a sinistra, Anna Garofalo, giornalista di rango della prima metà del Novecento. Una sua frase, «Stringete le schede come fossero biglietti d’amore», è stata citata da Paola Cortellesi alla fine di C’è ancora domani. Garofalo si spese moltissimo perché l’Italia postfascista estendesse il voto alle donne. Ha scritto anche: «Le schede che ci arrivano a casa e che ci invitano con il nostro nome, cognome e paternità a compiere il nostro dovere di cittadine hanno un’autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose delle tessere del pane». Non per caso la trovate in varie foto delle prime edizioni dello Strega al seggio degli scrutatori o accanto a Maria Bellonci al momento della premiazione. Perché lo Strega, annunciato all’inizio del ’47, nasce ispirandosi direttamente al referendum monarchia/repubblica del giugno 1946, in cui per la prima vota il suffragio comprese la parte femminile della società. Circa un terzo dei 170 giurati della prima edizione del premio era composto da donne: tante, per le convenzioni della società letteraria del tempo.

Queste parole, queste immagini, queste personalità di allora ci ricordano che il premio è nato in un periodo di pace e di ricostruzione. In questa Europa sfigurata a Est dall’aggressione di un Paese a un altro Stato sovrano, che riscopre parole come riarmo e conflitto nucleare, in un Medio Oriente in cui la popolazione civile subisce dal 7 ottobre scorso massacri condotti da opposte fazioni (e non entro qui nel lugubre calcolo della proporzionalità delle vittime), poter celebrare questa edizione del Premio Strega lo sentiamo come uno scomodo privilegio di cui dobbiamo essere grati a tutti coloro che lo rendono possibile.

Le votazioni sono chiuse

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