Traduzione di: Agnese Grieco
Titolo: Annette, un poema eroico
Editore: Mondadori
Gli eroi sono passati di moda nella letteratura, nel nostro mondo disincantato c’è spazio solo per gli antieroi, per raccontare una vita straordinaria bisogna inventarsi qualcosa: ad esempio, cantarla in modo epico, poeticamente. Ed è proprio quello che fa Anne Weber in questo libro, nel quale racconta le gesta di Annette Beaumanoir che – nata in Bretagna nel 1923 in una famiglia di umili origini – vive nientemeno che nella convinzione che il mondo dovrebbe essere un posto più giusto. Da ragazza, combatte nella Resistenza e salva degli ebrei dalla deportazione. Dopo la guerra, si sposa, studia medicina, diventa neurofisiologa, ha tre figli, poi collabora clandestinamente con il movimento per l’indipendenza algerina. Tradita, viene arrestata e condannata a dieci anni di prigione, ma riesce a fuggire. Entra a far parte del primo governo dell’Algeria indipendente e rischia di nuovo la morte dopo il colpo di stato contro il presidente Ben Bella nel 1965 riuscendo a malapena a scappare. Quindi lavora in una clinica di Ginevra fino a quando la sentenza del tribunale non viene annullata e può tornare in Francia. Oggi Anne Beaumanoir vive in un villaggio nel Sud della Francia, dove Anne Weber l’ha incontrata, ascoltata a lungo per poi trasporre la sua storia in una canzone meravigliosamente semplice e potente che ci illustra il suo coraggio, la sua forza di volontà ma anche i suoi errori e i suoi conflitti interiori. È incredibile quanto sia moderna la vecchia forma dell’epica e con quanta forza riesca a parlarci di temi enormi. Cosa spinge qualcuno a resistere? Cosa deve sacrificare? Fin dove può arrivare? Cosa può ottenere?