Traduzione di: Matteo Lefèvre
Titolo: Transito
Editore: Perrone
Alla soglia dei trent’anni, Aixa de la Cruz raccoglie i ricordi dei momenti più significativi della sua vita: dal giorno in cui una delle sue migliori amiche rimane gravemente ferita in un incidente stradale al divorzio, dai rapporti sessuali con altre donne all’infanzia passata senza un biopadre. Come in un vortice, risucchia i legami, la famiglia, l’identità. Li mastica e li risputa. Si interroga sull’idea di colpa, non sulla sua accezione religiosa, ma come l’intercapedine in cui si forma la giustizia poetica. Riflette sull’attualità che la circonda e che influenza la sua generazione, il movimento #MeToo, lo scandalo delle torture di Abu Ghraib, la femminilizzazione della politica. Transito accumula esperienza su esperienza fino a innalzare un muro e invita, o forse trascina, il lettore a passare dall’altra parte. Quella di Aixa de la Cruz è la scrittura impure dell’io: tra narrazione e saggio sull’identità sessuale, letteratura confessionale e autofiction, rassegna di tweet e insieme di teorie. Ma questa litania viene interrotta quando l’io incontra l’altro e le fantasticherie si fanno carne e le cicatrici riprendono a sanguinare.