2010: Canale Mussolini, Mondadori
Antonio Pennacchi nasce a Latina nel 1950. Sin da giovanissimo si avvicina alla politica e lavora come operario presso l’Alcatel Cavi, dove rimarrà per oltre trent’anni. Milita tra le file del MSI e poi in quelle del Partito marxista-leninista Italiano e aderisce ai movimenti sindacali, dai quali però viene espulso. Nel 1983 sospende il suo impegno attivista e sfrutta un periodo di cassa integrazione per laurearsi in Lettere e Filosofia presso l’università «La Sapienza» e avviare, in seguito, la sua carriera di scrittore. Compie il suo esordio nel 1995 con Mammut, seguito nello stesso anno da Palude. Storia d’amore, di spettri e di trapianti. Nel 2003 esce Il fasciocomunista. Vita scriteriata di Accio Benassi, romanzo autobiografico che nel 2007 viene trasposto nella pellicola Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti. Nel 2010 pubblica Canale Mussolini, finalista al Premio Campiello e vincitore tra gli altri del Premio Strega, cui fanno seguito Storia di Karel (2013), Camerata Neandertal. Libri, fantasmi e funerali vari (2014), Canale Mussolini. Parte seconda (2015), Il delitto di Agora (2018) e La strada del mare (2020).
Muore a Latina nel 2021.
foto di Musacchio&Ianniello. AUTORItratti