2001: Via Gemito, Feltrinelli
Domenico Starnone nasce a Saviane (Napoli) nel 1943. L’esperienza da docente nelle scuole superiori segna sin da subito la sua produzione letteraria, che prende avvio nel 1988 con Ex cattedra, seguito da Il salto con le aste (1989), Fuori registro (1991), Sottobanco (1992) e Solo se interrogato (1995). Non appartengono invece a questo filone satirico i romanzi Segni d’oro (1990), Eccesso di zelo (1993), Denti (1994, dal quale G. Salvatores trae il film omonimo nel 2000) e La retta via (1996). Nel 2001 vince il Premio Strega con Via Gemito (qui presentato) e dà alle stampe il racconto La collega Passamaglia. Le sue opere più recenti comprendono Spavento (2009), Autobiografia erotica di Aristide Gambía (2011), Lacci (2014), Scherzetto (2016), Le false resurrezioni (2018), Confidenza (2019) e Vita mortale e immortale della bambina di Milano (2021). A partire dagli anni Ottanta intensifica la collaborazione con giornali e riviste, fra il quali «l’Unità», «il manifesto», «Corriere della Sera» e «Internazionale» dove cura la rubrica Parole. Alcuni dei suoi testi hanno inoltre ispirato giovani registi italiani, molti dei quali si sono avvalsi della sua consulenza come sceneggiatore. Fra le pellicole che lo vedono impegnato al fianco del regista si ricordano La scuola di D. Lucchetti (1995), Auguri professore (1998), La guerra degli Antò (1999) di R. Milani, I piccoli maestri di D. Lucchetti (1998, tratto dall’omonimo libro di Luigi Meneghello), Del perduto amore di M. Placido (1998), L’amore ritorna di S. Rubini (2004), L’uomo nero di S. Rubini (2009) e Lacci di D. Lucchetti (2020).
foto di Musacchio&Ianniello. AUTORItratti