
Titolo: Il nome segreto
Editore: Miraggi Edizioni
Proposto da Carlo D’Amicis
«Quante persone contiene la parola io? In un tempo nel quale sembra prevalere, a volte anche in letteratura, il radicalismo identitario, Olga Gambari sceglie di raccontare la molteplicità e l’inafferrabilità dell’animo umano attraverso la storia di Eva, una storia che è molte storie, una donna che è molte donne, in fuga da sé stessa e nello stesso tempo alla ricerca di sé stessa. La sua esistenza, legata a filo doppio alla scomparsa di una sorella più piccola, annegata quando Eva ha dodici anni, si reinventa in una galleria di donne (ma anche l’identità di genere, in questa reinvenzione, diventa evanescenza) in continuo movimento, e con nomi diversi, tra alcune città europee, da Barcellona a Parigi, da Berlino a Palermo. Ecco, appunto, i nomi. L’esperienza quotidiana del nominare le persone e le cose si trasforma nel libro di Olga Gambari in una coraggiosa immersione nel rapporto tra la parola e il silenzio (“doloroso è raccontare”, dice il Prometeo di Eschilo, “ma doloroso è anche tacere”), affidando al mutismo ostinato dei genitori di Eva la rappresentazione del potere devastante del rimosso nelle nostre vite. Attraverso il viaggio di Eva, in realtà, questo romanzo scardina il dualismo tra silenzio e verbalizzazione e si apre a una terza possibilità di relazione col mondo (e con la propria sofferenza) – una possibilità che forse discende direttamente dalla formazione dell’autrice (Olga Gambari è critica e storica dell’arte), e che potremmo semplicemente definire l’esperienza naturale del sentire. A schiudere le porte di questa esperienza, Gambari introduce nel romanzo, in contrapposizione ma anche a complemento di quella di Eva, il personaggio di Lupo, giovane folgorato in tenera età dalle fantasmagorie del circo e figura emblematica dello stupore infantile con cui, ancora oggi, si può guardare la realtà: accogliendo come bellezza, e non come occasione di conflitto, ogni forma di diversità. Mettendo in azione una scrittura ritmica ed elegante, Olga Gambari scrive un libro denso di significati profondi, limpido ed enigmatico allo stesso tempo, e per questo lo ritengo meritevole di essere tra i candidati alla prossima edizione del Premio Strega.»