
Titolo: Eclissi
Editore: Lorenzo de’ Medici Press
Proposto da Simonetta Bartolini
«Nel romanzo di Guarducci, il protagonista si trova d’improvviso sbalzato fuori dalle abitudini quotidiane, precipitato nel buio assoluto di un mattino imprevedibile. Lorenzo, il protagonista, apre gli occhi e per un attimo prova la sensazione di essersi svegliato in un luogo diverso da quello abituale: una fugace sensazione di spaesamento che, come una vertigine, dura solo pochi secondi. Poi, pian piano, cerca di abituare gli occhi all’oscurità assoluta e scorge, a malapena distinguibili, le travi in legno che reggono il soffitto della camera. Ma la tranquillizzante certezza di essere effettivamente a casa dura tanto poco quanto lo spaesamento con cui si è svegliato. Perché mai è così buio e il sole è scomparso? Prende così il via una lieve narrazione umanissima che si interroga sul senso e sul valore delle convinzioni e ripercorre l’esistenza alla ricerca del Divino. “Le domande che ci poniamo nel cuore della notte sono quelle più importanti e risolutive della nostra esistenza” ricorda Paolo Crepet e Guarducci, seguendo questa suggestione, mette in scena una delicata allegoria della presa di coscienza. Se un mattino dovesse accadere che il mondo è rimasto al buio, saremmo noi a dover andare a cercare le nostre fonti di luce, non all’esterno ma dentro di noi: ciò che importa, ci dice Guarducci, è riscoprire la scintilla divina e alimentarla con la spiritualità. La luce ci dona le cose, ma è il buio che ci permette di interrogarci, di cercare e di tornare a scoprire. «Servono momenti di buio in cui ci ricordiamo della potenza dei colori e del vento», così scrive. Il personaggio di Guarducci cerca il Divino. Ci dice infatti che non bisogna mai smettere di interrogarsi e di conoscersi. Dentro di noi c’è già tutto quel che serve per stare bene con noi, con gli altri e nel mondo. Ci dobbiamo conoscere, tirar fuori la nostra luce e non affidarci al dogma, ma cercare e trovare il Divino attorno a noi, attraverso noi. Il dramma della società contemporanea è che siamo sempre alla ricerca di appigli emotivi temporanei e non di sentimenti veri. Il romanzo di Guarducci, sottile nella scrittura come una trina antica, riporta il lettore alla scoperta della propria interiorità con una leggerezza che ha il sapore di una umanissima metafora del nostro inquieto mondo contemporaneo.»