Jazz Café

immagine per Jazz Café Autore: Raffaele Simone 
Titolo: Jazz Café
Editore: La Nave di Teseo

Proposto da Elisabetta Mondello

«Propongo Jazz Café di Raffaele Simone per la LXXVIII edizione del Premio Strega, una raccolta di sette storie intense e sorprendenti, costruite attorno a una serie di personaggi che in comune hanno una personale ricerca della felicità (o almeno della non-infelicità) e della giustizia. Raffaele Simone, linguista, professore emerito di Roma Tre, lessicografo e autore di saggi sulla modernità ricostruisce con una scrittura incisiva e ricca, in cui si intrecciano lingua letteraria, espressioni dialettali, citazioni colte e suggestioni pop, le vite fra loro profondamente diverse dei suoi protagonisti, tutte destinate ad essere disturbate e disastrate da un evento che irrompe nel racconto rendendo vana ogni ambizione di cambiamento. Si illudono di essere autorevoli o capaci di padroneggiare il proprio destino il potente avvocato romano furioso per gli schiamazzi dei ragazzini davanti al suo portone; l’abitante di Borgo Pio, impossibilitato a tornare a casa a causa dei funerali del Papa che hanno richiamato a Roma milioni di fedeli; il noto studioso di Pirandello costretto a confrontarsi con se stesso dopo un malinconico incontro con gli ex compagni di liceo. La sfortunata coppia protagonista di un promettente flirt vacanziero, trasformatosi in un disastro nella calura estiva e fra le rocce dell’isola d’Elba; il giudice, tormentato dagli esiti di un processo per un delitto efferato, che si aggira nella Parigi della Nuit Blanche; la traduttrice di un’opera di Rutilio Namaziano coinvolta in un deludente soggiorno in una gelata Chicago, divenuta minacciosa e ansiogena; il malato che nel letto d’ospedale ripensa alla storia d’amore della vita, rivelatasi in autentica e tossica. Sono destinate a dimostrarsi illusorie le speranze dei personaggi, cui è stato affidato il compito di narrare le contraddizioni e le difficoltà della condizione contemporanea: non riescono a sottrarsi (né potrebbero farlo) alla sorte comune a tutti i protagonisti della commedia umana, poiché non esiste una soluzione alla limitatezza. Rimane la funzione potente della scrittura, celebrata nell’ultimo racconto: è una creatura vivente capace di entrare nel corpo di chi scrive, non chiede di essere aiutata ma solo accolta, ricevuta, perché esiste già da qualche parte. E chi scrive deve solo scoprirla e aiutarla a rivelarsi.»


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