Breviario delle Indie

immagine per Breviario delle Indie Autore: Emanuele Canzaniello 
Titolo: Breviario delle Indie
Editore: Wojtek Edizioni

Proposto da Giuseppe Montesano

«Oggi i confini tra i generi si sono assottigliati fin quasi a sparire, e nascono ibridi strani. Non è un bene, non è un male, tutto dipende dalla qualità del risultato: e Breviario delle Indie di Emanuele Canzaniello è un ibrido che ha qualità. Il Breviario racconta il rovescio indicibile della conquista spagnola, e quindi europea, delle Americhe: a partire dal fatidico 1492 fino al secolo successivo. Canzaniello, con anarchica libertà da dettami storici o antistorici, fa salire in scena navigatori, soldati, re, banditi, preti, indios, regine, geografi, sognatori, vittime, filosofi, carnefici, cani, teologi, foreste, giuristi, scrittori. Così ci arrivano le storie del Colombo apocrifo e dei nativi apocrifi, le cronache dell’impavido e magnifico Las Casas e dell’incredibile avventuriero Cabeza de Vaca, del distruttore Pizarro e di quel De Soto che usava i cani per sbranare uomini e bambini, del distruttore Hérnan Cortés e dell’infame india la Malinche detta doña Marina che fu sua amante e tradì il proprio popolo, dell’osceno ideologo della legge del più forte Ginés De Sepúlveda e dell’almeno non ipocrita Diaz del Castillo che scrisse “siamo venuti qui per servire Dio e il Re, ma anche per farci i soldi”, dell’acuto ma ambiguo giurista De Vitoria e del luminoso Bernardino de Sahagún padre dell’antropologia. Ma queste storie ci arrivano volutamente a lacerti e frammenti, come rovine e macerie di storie: interpretate dalla voce dell’autore che interroga gli eventi, e interroga sé stesso e il lettore con una ossessività che svela come dietro la superficie apparente del saggista ci sia la furia del narratore che usa, come una sorta di lampada infera per entrare nelle tenebre del cuore umano, la metafora dello stupro e la sua realtà, la realtà del sesso come violenza ebbra di potere che il carnefice esercita sulla vittima. E il disastro che fu l’incontro tra l’Europa Cattolica e il Nuovo Mondo si mostra allora come una incomprensione unilaterale causata dalla disperata patologia dell’Occidente. A un mondo nuovo – che gli apparve nemico perché troppo vicino al suo stesso desiderio represso di un Eden sulla terra – l’Occidente vecchio applicò le sue regole mentali, le sue norme giuridiche e la sua visione della vita, attingendo a una ratio che si era modellata nell’unione della violenza idealizzata di Roma antica con la violenza ipocrita della fede al servizio di Cesare, e viceversa: una ratio che, attraverso la metamorfosi per cui l’Economia ha sostituito la cieca fede in Dio-Cesare e Cesare-Dio con la cieca fede nell’Algoritmo, è arrivata fino a noi. Nel Breviario Canzaniello muove la sua rabbia giovane ma non ingenua contro la radicale ingiustizia del più grande che mangia il più piccolo, del violentatore sadico che invoca un dio falsificato per fottere il prossimo con più godimento, della perversione incosciente di sé stessa che crede nel bene mentre fa il male, e distrugge i diversi da sé per lenire la propria impotente infelicità. E fa questo da narratore, perché non giudica, ma chiama in causa sé stesso e noi in quanto consciamente o inconsciamente oscuri a noi stessi e alle nostre brame. Breviario delle Indie mi appare, in questo Paese e in questo Occidente, un libro che deve essere letto. E non perché è un libro perfetto, ma proprio perché grazie a Dio è imperfetto: il prezzo da pagare per chi prova, in questo oggi soffocante, a uscire fuori dalla micragnosa imbellettatura e tolettatura del mainstream. Breviario delle Indie è aria viva che soffia nelle cripte dove marcisce la connivenza letteraria o pseudo-letteraria con un presente osceno e idiota.»


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