
Titolo: Martire a domicilio
Editore: Castelvecchi
Proposto da Gabriele Ametrano
«Una foto può segnare il contorno della carne ma difficilmente tratteggerà i confini della mente. E sono quelle sfumature che fuggono alla vista che Beatrice Beneforti racconta e fotografa. Martire a domicilio (Castelvecchi) è esempio di come certa letteratura – a tratti canonica ma mai banale, difficile da comprendere ma mai sconosciuta – possa essere fuori controllo, assomigliare a una scheggia impazzita che non deraglia. La narrazione vive su piani opposti, in un costante bipolarismo in cui tempo, pensiero e pelle non trovano allineamento ma stupore e silenzio.
Romanzo che racchiude il periodo della scrittura e attira a sé anche il passato e le sue invenzioni, il presente insipido e fragile, e il futuro bagnato di speranze. Sembra sempre andare fuori rotta ma poi sempre si riprende, torna a raccontare gli spazi e gli uomini con lucidità. Con una tempistica da orologiaia Beneforti riesce a curare il caos della mente, del cuore e del silenzio. Riesce a curare ma non a curarsi. Riesce ad accompagnare ma non a farsi trovare. Esordio maturo e folle che arricchisce il mondo letterario di un ruvido senso di consapevolezza: ognuno si salva solo se vuole salvarsi.»