
Titolo: La dolciera siciliana
Editore: Marlin
Proposto da Marcello Fois
«Quanto ci costa in quanto uomini, protetti dalla nostra mai attenuata immunità patriarcale, riconoscere il valore delle donne fuori dagli schemi a cui possiamo attingere senza metterci in pericolo? E quanti uomini ci vogliono nella vita di una donna perché possa raggiungere il traguardo di determinare sé stessa ed esprimere il proprio talento? Queste sono le domande che risuonano in La dolciera siciliana di Annamaria Zizza, che la casa editrice Marlin porta alle stampe. Un romanzo sontuoso che abita la contemporaneità, e le sue infinite contraddizioni, senza abbandonare la tradizione, la bella storia, la bella scrittura. Bella storia e bella scrittura che viaggiano all’unisono qualificandosi l’un l’altra. Senza mai confondere in nessuno di questi campi il barocco col barocchismo. E dribblando con la sobrietà la tentazione del folk siculo mediterraneo. La vicenda si ambienta nel XVIII secolo tra la Sicilia e la Lombardia e racconta di Maria, donna troppo pericolosamente talentuosa, che disobbedisce al pregiudizio di sé stessa. La dolciera siciliana è, dunque, anche una storia di migrazione quando questa Nazione non era nient’altro che un coacervo di Nazioni. Come Lucia Mondella costretta a emigrare in un’altra terra, anche Maria, la stupefacente protagonista di questo romanzo, deve “emigrare” lontano dalla sua città. Una scrittura elegante che coinvolge senza l’illusione che si debbano necessariamente facilitare lettori non attrezzati, ma, al contrario, li si debba convincere ad attrezzarsi. Perché dalla qualità del lettore dipende la qualità della scrittura. Annamaria Zizza, come consigliava Borges, scrive sempre con un lettore dietro le spalle, ma non si volta mai a guardarlo.»