Proposto da
Paolo Ferruzzi
«Conoscevo questo autore grazie al suo romanzo precedente Andalù di cui avevo scritto la postfazione apprezzandone le intuizioni e la descrizione con leggerezza quasi “kunderiana” di una cittadina rivierasca ormai spoglia dei fuochi d’artificio estivi. In Passato remoto c’è una maggiore consapevolezza; una trama densa ben congegnata e una importante maturazione stilistica. Come l’opera precedente, anche Passato remoto sfugge a una stretta collocazione di genere raggiungendo un felice equilibrio fra l’affresco sociale di una provincia e di chi la abita raccontati con rapide e vivide pennellate e una matrice di stampo giallistico sospesa fra suggestioni di fantascienza e un affascinante viaggio nei meandri della misteriosa civiltà etrusca. Una storia che si snoda in tanti cunicoli aprendo via via la vista su camere segrete che offrono al lettore un punto di vista ogni volta diverso su una vicenda che rivela uno dopo l’altro i suoi molti segreti come un antico sepolcro per la prima volta violato.»