Proposto da
Jhumpa Lahiri
«La sottrazione è l’esercizio fondamentale in questa storia di aritmetiche e romantiche differenze. Quanto resta di noi se amiamo? E quanto ci viene a mancare? Cambiando le cifre in figure umane, essenziali come i mitemi greci interrogati dal protagonista, Chiara Valerio medita con lucidità le conseguenze del raddoppiarsi, la logica paradossale di perdersi per sommarsi a un altro. Il risultato è un’opera ironica e malinconica, surreale, di respiro internazionale. Sospeso fra modernismo europeo e classicità mediterranea, Il cuore non si vede è un romanzo con due cuori: uno leggero e scanzonato, l’altro tragicamente onesto. Oscilla, nei temi, fra il viscerale e l’evanescente: fra i gangli nascosti nel corpo e quelli sfuggenti del desiderio. Anche la lingua ha un’anima biforcuta, una sintassi che insiste sul passaggio continuo tra un italiano letterario e uno colloquiale. Racconta quel che resta della vita borghese, se così possiamo chiamarla. Ogni relazione impone una misteriosa metamorfosi addirittura fisiologica. Vitale ed elegiaco, questo libro canta non solo un susseguirsi di sparizioni materiali e metaforiche ma anche un’inarrestabile evoluzione. Ciò che infine prevale è la memoria, evocata con forza sbalorditiva: un passato rimbalzante che, pur destabilizzandoci, ci salva. Lo propongo agli Amici della Domenica del Premio Strega 2020, perché è una favola postmoderna e anche un farmaco per la smemoratezza, la disattenzione e l’illetterarietà di questi tempi.»