Presentato da
Franco Buffoni
«Andrea Inglese (Torino, 1967), già molto noto come poeta, esordì come narratore nel 2016 con Parigi è un desiderio (Ponte alle Grazie) ricevendo notevoli riscontri critici.
Con questo secondo romanzo, La vita adulta, apparso nell’aprile 2021, Andrea Inglese si conferma – tra i nuovi narratori italiani – come uno dei più preparati, colti e inventivi. E soprattutto provvisti di stile.
Poiché la valutazione dello stile può compiersi solo attraverso la citazione almeno di un passo, propongo il seguente: “Non ho quella dedizione alla causa che hanno i critici più giovani, anche perché, di tanto in tanto, ho pure due o tre idee originali, e ci tengo a difenderle. Ed è un lusso che loro in genere non si possono permettere. Il mestiere è ingrato, con sempre meno soldi che circolano e sempre più gente che pretende di farlo. Si sopravvive se ci si abitua subito a seguire il vento che tira. Per certi aspetti funziona per i critici giovani come per gli artisti giovani: bisogna prima assicurarsi in tutti i modi di essere dentro, di venir accettati, di non spaventare nessuno, poi si valuta, senza alcuna fretta, se si ha anche qualcosa d’importante o nuovo da dire”.
Si parla di lavoro, dunque, in questo romanzo, ma di un comparto poco “lavorativo”, almeno se giudicato dall’esterno: quello della cultura e dell’arte contemporanea. Con il plot che si sviluppa tra varie città europee, in particolare Milano e Berlino (per incidens l’autore abita da più di dieci anni a Parigi). La storia di Tommaso e Nina diventa così un viaggio nelle metropoli che cambiano, nei costumi che si trasformano, nelle ossessioni socio-identitarie dei nuovi cinquantenni, incapaci di diventare adulti al modo dei padri. E incapaci di diventare padri a loro volta, come si dovrebbe.
Nina è una performer: dopo aver sfiorato il successo internazionale con un esordio folgorante, si è quasi ritirata dalla scena artistica per non lasciarsi condizionare da convenzioni e strategie di carriera. Nina e Tommaso così si incontrano e si riconoscono come due personaggi in cerca di vie di fuga.
Come ha scritto Helena Janeczek, “Andrea Inglese è uno dei pochi scrittori italiani di oggi capace non solo di fare narrativa ma anche letteratura”.»
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