Umberto Eco

immagine per Umberto Eco In concorso con:
1981: Il nome della rosa, Bompiani

Umberto Eco nasce ad Alessandria nel 1932. Nel 1958 si laurea in Filosofia all’università di Torino. Dal 1954 al 1958 collabora ai programmi culturali della RAI e alla rivista «Il Verri». L’anno successivo inizia il suo rapporto con Bompiani, dove dirigerà le collane di saggistica. Tra i fondatori della rivista «Marcatré» (1961) e «Quindici» (1967), prende parte attivamente alle iniziative del Gruppo 63. Dopo aver insegnato a Torino, Firenze e Milano, passa definitivamente all’università di Bologna. Dal 1965 redige i testi per la rubrica «La bustina di Minerva» dell’«Espresso» (ora raccolti nel volume omonimo apparso nel 2000).
I suoi interessi spaziano dall’estetica medievale (Sviluppo dell’estetica medievale, 1959; Arte e bellezza nell’estetica medievale, 1987) alle avanguardie letterarie (Opera aperta: forma e indeterminazione delle poetiche contemporanee, 1962), dalla cultura di massa (Diario minimo, 1963; Apocalittici e integrati. Comunicazioni di massa e teoria della cultura di massa, 1964; Il superuomo di massa: studi sul romanzo popolare, 1976; Il secondo diario minimo, 1992) alla semiologia (nel 1971 fonda il quadrimestrale «Versus», ma sono da ricordare anche La struttura assente: introduzione alla ricerca semiologica, 1968; Trattato di semiotica generale, 1975; Lector in fabula: la cooperazione interpretativa nei testi narrativi, 1979; Semiotica e filosofia del linguaggio, 1984; Kant e l’ornitorinco, 1977; Dall’albero al labirinto, 2007) fino all’attualità (A passo di gambero, 2006) e alla storia del libro (Non sperate di liberarvi dei libri, scritto insieme a Jean-Claude Carrière, 2009).
Esordisce in letteratura nel 1980 con Il nome della Rosa, qui presentato. Il romanzo, da cui nel 1986 il regista J.-J. Arnaud ha tratto l’omonimo film, diventa immediatamente un caso letterario, ottenendo riconoscimenti anche all’estero (tra cui il Premio Médicis in Francia). A quest’opera d’ambientazione storica sono seguiti Il pendolo di Foucault (1988), L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero zero (2015). Nel 2004 ha curato Storia della Bellezza, seguito nel 2007 da Storia della Bruttezza. Tra le pubblicazioni postume si segnalano l’antologia di testi Sulle spalle dei giganti (2017) e il saggio breve Il fascismo eterno (2018).
Muore a Milano nel 2016.

foto di Musacchio&Ianniello. AUTORItratti

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