Raffaello Brignetti nasce nel 1921 all’isola del Giglio e trascorre l’infanzia e la prima giovinezza all’isola d’Elba, dove il padre è guardiano nel castello del Faro. Frequenta le scuole elementari a Porto Azzurro, il paese più vicino, per poi trasferirsi al liceo classico di Portoferraio. Nel 1940 lascia l’isola alla volta di Roma, dove si iscrive alla facoltà di Matematica.
Gli anni del servizio militare coincidono con quelli della Seconda guerra mondiale: è inviato dapprima sul fronte greco e poi, dopo l’8 settembre, in un campo di concentramento in Germania. Qui, grazie a un concorso organizzato dai prigionieri, scopre la sua passione per la narrativa. Rientra in Italia nel 1947, laureandosi in Lettere a Roma con una tesi su scrittori di mare italiani e stranieri, sotto la guida di Giuseppe Ungaretti. L’esordio letterario risale all’anno successivo, quando pubblica il racconto Il grande mare. La prima raccolta in volume è però Morte per acqua (1952), seguita da La deriva (1955), La riva di Charleston (1960) e Allegro parlabile (1965). Il riconoscimento della critica giunge nel 1967 col Premio Via reggio per Il gabbiano azzurro e con lo Strega per La spiaggia d’oro (1971). Nel 1974 si dedica anche alla sceneggiatura col radiodramma La ballata della vela. Intensa anche l’attività pubblicistica per le pagine culturali de «Il Tempo», il «Giornale d’Italia» e il «Corriere della Sera».
Muore a Roma nel 1978.
Sono stati pubblicati postumi i racconti de Mare dei deliri (1981) e il romanzo Acrimonia (1988).