Michele Prisco nasce a Torre Annunziata (Napoli) nel 1920.
Si laurea in Giurisprudenza all’università di Napoli nel 1942 e si dedica da subito al giornalismo, collaborando con «Il Mattino» e «La Gazzetta del Popolo» di Torino. Dopo la chiamata alle armi in seguito allo scoppio del secondo conflitto mondiale, si trasferisce a Napoli riprendendo a scrivere per «Il Nuovo Corriere», «Il Messaggero» e «Oggi».
L’esordio letterario risale al 1941 con il racconto Quando arrivano i lupi, seguito da La provincia addormentata (1949), Fuochi a mare (1957), Punto franco (1965) e Il colore del cristallo (1977). Riconoscimenti importanti della critica giungono però coi romanzi Gli eredi del vento (1950, Premio Venezia), La dama di piazza (1961, Premio Napoli), Una spirale di nebbia (1966), I cieli della sera (1970), Gli ermellini neri (1975), Le parole del silenzio (1981, Premio Mediterraneo), Lo specchio cieco (1984), I giorni della conchiglia (1989), Il cuore della vita (1995), Il pellicano di pietra (1996, Premio Selezione Campiello) e Gli altri (1999). Tra i fondatori de «Le ragioni narrative» (1960), è autore di un saggio su Il romanzo italiano contemporaneo (1983).
Muore a Napoli nel 2003.