Giovanni Comisso nasce nel 1895 a Treviso. Qui compie gli studi classici per poi passare alla facoltà di Giurisprudenza a Siena, dove, dopo la parentesi della prima guerra mondiale e dell’impresa fiumana di D’Annunzio, alle quali prende parte, si laurea nel 1924.
L’esordio letterario risale al 1916 con la raccolta Poesie, ma la prima importante opera narrativa è del 1924 (Il porto dell’amore). Tornato nel frattempo a Treviso, inizia la sua attività di giornalista presso «L’eco del Piave» (1926); l’anno seguente, grazie alla conoscenza di Longanesi e Ojetti, passa alla «Gazzetta del popolo». A questi anni appartengono le prose diaristiche Gente di mare (1929, Premio Bautta) e Giorni di guerra (1930). Gli anni Trenta sono segnati da un’intensa collaborazione col «Corriere della sera», per il quale, come inviato, visita Cina, Giappone, Russia, Africa del nord e molte città europee, lasciandone testimonianza in alcuni resoconti di viaggio (Questa è Parigi, 1931; L’italiano errante per l’Italia, 1937). Negli stessi anni, le riviste «Solaria», «L’Illustrazione italiana», «La Fiera letteraria» e «Pegaso» pubblicano i suoi racconti e si danno alle stampe i romanzi Storia di un patrimonio (1933), Il delitto di Fausto Diamante (1933) e I due compagni (1936). Nel secondo dopoguerra, continua a viaggiare come inviato per «Il Messaggero» e «La Stampa» e nel 1955 ottiene il Premio Strega con Un gatto attraversa la strada (1954). Sono da ricordare anche Gioventù che muore (1949), Capricci italiani (1952, Premio Viareggio), La mia casa di campagna (1958) e La donna del lago (1962). Nel 1964 riceve il Premio Montefeltro per la sua attività giornalistica.
Muore a Treviso nel 1969.
La raccolta completa delle opere è stata pubblicata da Longanesi (1961-1974, 14 voll.) e, più recentemente, nei «Meridiani» Mondadori a cura di R. Damiani (2002).