Cesare Pavese nasce nel 1908 a Santo Stefano Belbo (Cuneo), dove il padre, cancelliere al tribunale di Torino, aveva alcuni possedimenti. A Torino frequenta dapprima l’Istituto sociale dei Gesuiti, poi il liceo classico d’Azeglio, dove trova come insegnante Augusto Monti e come compagni Leone Ginzburg, Norberto Bobbio e Massimo Mila. Si laurea in Lettere all’ateneo subalpino nel 1930 discutendo una tesi sulla poesia di Walt Whitman. Inizia subito ad insegnare a Torino, Bra, Vercelli, affiancando all’insegnamento l’attività di traduzione di autori inglesi e americani (Defoe, Dickens, Joyce, Sinclair Lewis, Anderson, Dos Passos, Faulkner, Melville); memorabile, tra tutte, la traduzione del Moby Dick di Melville, pubblicata nel 1932. Nel 1933 nasce la casa editrice Einaudi su progetto dell’amico Giulio e subito partecipa attivamente all’iniziativa; nel frattempo affianca Leone Ginzburg alla redazione della neonata rivista antifascista «La cultura», ma questo gli causa l’arresto e il confino a Brancaleone Calabro nel 1935.
I tre anni di condanna sono ridotti però ad uno e nel 1936 torna a Torino, dove  attende alla pubblicazione di Lavorare stanca, la sua prima silloge poetica (una seconda edizione aumentata esce nel 1943) e collabora con «Primato» e «La Ruota». Nel 1941 pubblica il suo primo romanzo, Paesi tuoi, e il racconto La spiaggia (1941, su «Lettere d’oggi», in volume l’anno successivo). Dopo un breve soggiorno romano a capo della redazione capitolina dell’Einaudi, all’indomani dell’8 settembre si rifugia presso la famiglia della sorella Maria nel Monferrato, quindi, finita la guerra, torna a Torino per continuare l’attività editoriale all’Einaudi (con E. De Martino idea e dirige la collana «Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici»). S’iscrive al Partito comunista, scrivendo assiduamente sulle colonne de «l’Unità». Nel 1946 escono i racconti di Feria d’agosto, seguiti da Il compagno (1947, Premio Salento), Dialoghi con Leucò (1947) e Il carcere (1949). Sotto il titolo Prima che il gallo canti (1949) comprende La casa in collina e Il carcere, mentre in La bella estate (1949) confluiscono, oltre al romanzo che dà il titolo al libro, Il diavolo sulle colline e Tra donne sole. Nel 1949 si lega sentimentalmente all’attrice americana Constance Dowling, ma la relazione s’interrompe già l’anno successivo. L’ultimo romanzo pubblicato in vita è La luna e i falò (1950).
Muore suicida a Torino nel 1950.
Vengono pubblicati postumi, tra gli altri, le poesie Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1951), in prevalenza di argomento amoroso, i racconti Notte di festa (1953) e il romanzo Fuoco grande (1959), scritto con Bianca Garufi, rimasto incompiuto. Postumi sono anche i pezzi critici de La letteratura americana e altri saggi (1951) e il diario intitolato Il mestiere di vivere (1952). L’opera completa è stata pubblicata da Einaudi nel 1968 (16 vol.).