Ennio Flaiano nasce a Pescara nel 1910.
Oltre che narratore, è giornalista (redattore del settimanale «Il Mondo», collaboratore del «Corriere della Sera», dell’«Europeo», dell’«Espresso» e di altre testate), soggettista e sceneggiatore cinematografico (in questa veste collabora ai film più significativi di Federico Fellini, da Luci del varietà del 1951 a Giulietta degli spiriti del 1965, passando per I vitelloni, 1953, La strada, 1954, La dolce vita, 1960, Otto e mezzo, 1963). Tra i suoi testi narrativi spiccano, oltre al romanzo d’esordio Tempo di uccidere (1947), i racconti e le prose di Diario notturno (1956), Una e una notte (1959), Il gioco e il massacro (1970, premio Campiello), Le ombre bianche (1972). Per il teatro scrive Un marziano a Roma e La conversazione continuamente interrotta, due brevi composizioni poi raccolte in volume (1971).
Muore a Roma nel 1972.
Dopo la sua morte sono uscite diverse raccolte di testi narrativi, per lo più brevi, e di scritti critici e giornalistici, tra i quali si segnalano La solitudine del satiro (1973), Autobiografia del blu di Prussia (1974), Diario degli errori (1976), Lettere d’amore al cinema (1978), Un bel giorno di libertà (1979), Un giorno a Bombay (1980), Lo spettatore addormentato (1983), Storie inedite per film mai fatti (1984), Frasario essenziale (1986); e inoltre la sceneggiatura cinematografica Melampo (1978) e le pagine di un romanzo incompiuto, Il Messia (1982). L’edizione delle opere di Flaiano è confluita nei due tomi di Opere. Scritti postumi (1988) e Opere 1947-1972 (1990) nei «Classici Bompiani».
Un’ampia scelta di carteggi è raccolta nel volume Soltanto le parole (Bompiani 1995).