Proposto da
Edoardo Nesi
«È un romanzo esistenziale, Il più grande criminale di Roma è stato amico mio, e racconta la vita mentre scorre tagliente e laida, cattiva eppure angelica, nelle vene dei suoi personaggi. Anche del dolore, racconta, il dolore anch’esso angelico – e immenso, e mai sedato – che continua a pugnalare il protagonista, luogotenente inventato d’un criminale invece esistito davvero, che negli anni Settanta terrorizzava tutta Roma.
In quest’opera ambiziosa e mirabilmente scorretta Aurelio Picca ci mostra il portento del male raffigurato, e nelle pagine migliori arriva a svolgere uno dei compiti più sacri della letteratura, quello di mostrarci il mondo slabbrato e vuoto e insensato nel quale viviamo.
Vorrei dunque candidarlo al Premio Strega 2021.»