Presentato da
Maria Rosa Cutrufelli
«È stato definito un “romanzo-mondo”, dalla struttura ampia, che spazia attraverso il tempo, intrecciando storie contemporanee a storie di secoli lontani. Un romanzo epico che si muove su vari registri, in un gioco di abilità che rivela sapienza letteraria e risolve gli snodi narrativi con una forte tenuta stilistica: questo è Il sangue della Montagna, di Massimo Maugeri (La Nave di Teseo).
La Montagna è il nome che i siciliani danno all’Etna, madre-matrigna che domina l’isola e “tutto dà e tutto toglie”. Che regala distruzione e sogni di rinascita. Fucina di miti e luogo letterario per eccellenza. Non è “una” montagna, ma “la” Montagna per definizione, solitaria e maestosa, signora e padrona della vita, della morte e delle stesse ambizioni umane, piccole o grandi che siano.
I protagonisti del romanzo, un uomo e una donna, Marco Cersi e Paola Veltrami, vivono all’ombra della Montagna. Paola Veltrami è una donna piegata dal lutto, alle prese con una figlia difficile, ma che non si dà per vinta. Una docente di letteratura che insegue un progetto generoso e immenso: trovare un modo per cambiare il modello economico e farlo diventare più giusto, più a misura d’uomo. Marco Cersi è invece un imprenditore. Con coraggio e temerarietà, tenta di rendere fruttuosa la pietra lavica, di trasformarla in un “prodotto”, di piegarla alle sue esigenze. Forse, quello che cerca è un risarcimento simbolico, qualcosa, una luce che rischiari il lato oscuro della Montagna.
Ma solo il vecchio intagliatore don Vito, artista e poeta, può addentrarsi in questo lato oscuro e gustarne l’essenza. Don Vito, il “nipote della lava”, figlio di un uomo nato proprio durante un’antica eruzione e che sente scorrere nelle vene quel fiume di fuoco. Un personaggio-chiave, attorno al quale si dispiegano sentimenti, passioni, fantasmi. Il suo mistero è, in un certo senso, il motore segreto del romanzo.
La scrittura di Maugeri è magmatica, a volte perfino ipnotica, densa come la lava della sua Montagna. Un vulcano che, nell’immaginario degli isolani, è “femmina” e madre. Madre buona e Madre cattiva al tempo stesso. Si avverte, nel libro di Maugeri, un amore trepido per la propria terra e per la Montagna magica che la sovrasta. E anche per questo amore che ho sentito vibrare in ogni riga, in ogni frase, desidero presentare il romanzo di Maugeri, con il suo consenso, all’edizione 2022 del Premio Strega.»
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