Proposto da
Marina Zancan
«Eleonora, cinquantotto anni, donna emancipata e colta – insegna filosofia all’università, attenta alle prospettive degli studi di genere – ha una figlia, Laura, che studia all’estero, e un marito, Paolo, sullo sfondo della sua vita quotidiana. Alina, moldava (ma da dieci anni in Italia come badante), a sua volta emancipata e colta – laureata in ingegneria elettronica e appassionata di letteratura (Dante in particolare, suo maestro per l’apprendimento della lingua italiana) –, ha anch’essa un figlio “Misha” che studia a Barcellona e un marito sullo sfondo della sua terra d’origine. Tra Eleonora ed Alina – che nel romanzo di Titti Marrone raccontano in prima persona i riflessi interiori delle proprie esperienze quotidiane – si dispone la figura di Erminia, donna anziana affetta da una malattia degenerativa, madre di Eleonora, affidata alle cure di Alina, la badante. La sua vicenda – narrata in terza persona in brevi capitoli intitolati Loro – si dispone dunque all’interno del rapporto complesso e sempre più conflittuale tra Eleonora ed Alina, ognuna proiettata nel proprio ruolo, la padrona e la badante, una diversità che a tratti sembra tutelarle dalla conoscenza profonda di sé. Nell’intreccio delle voci e dei punti di vista emerge un racconto lieve e insieme profondo, ironico e a tratti tragico che racconta, oltre ai temi della vecchiaia, le difficoltà che emergono in ogni processo di integrazione sociale.»