Titolo: Adelaida
Editore: Nutrimenti
Proposto da Romana Petri
«Adrián N. Bravi ci racconta la storia di questa formidabile donna Adelaida Gigli, bella e fascinosa come Jeanne Moreau, che a Buenos Aires partecipa alla vita culturale e politica dalla parte dei poveri fondando la rivista «Contorno». Artista a sua volta, è ceramista di talento, critico d’arte e amante della letteratura. Ma dividendola in due categorie: quella da leggere e dimenticare (da leggere comunque) e quella da leggere e ricordare.
Chi scrive questa magnifica biografia, ci mette l’entusiasmo di chi, avendo conosciuto l’inafferrabile Adelaida, è obbligato a metterci dentro anche qualcosa di sé. Non della sua vita al posto di quella di Adelaida, ma ciò che Adelaida genera in lui quando l’ha conosciuta a Recanati (tornata ormai definitivamente) all’età di sessantuno anni. Il fascino sembra non permetta alla bellezza di fuggire, all’intelligenza di non aggiungere bellurie indelebili in chi, molto più giovane, conosce una donna in procinto di diventare anziana, eppure la vede com’era.
La scrittura mirabile di Bravi è come uno specchio. Lui scrive guardandoci dentro, ma non trova sé stesso. Flaubertianamente indentificato con Adelaida è lei che fa muovere, rivivere, soffrire, ma avere ancora qualche fondamentale, fugace appuntamento di felicità nell’ultima parte della sua vita solitaria. È da quello specchio che Bravi si accorge, nei funerali di Adelaida, di come sia inutile, a volte, chiudere gli occhi dei morti. Chi l’ha detto che non possano vederci?
Un’opera di rara bellezza (molto più di una biografia). Bravi, con Adelaida, ci offre in dono la vita di una donna unica, che nessun lettore potrà mai dimenticare.» (R.P.)
Nata a Recanati nel 1927 – figlia del pittore Lorenzo Gigli che, con la sua famiglia, durante il fascismo, decise di lasciarsi l’Italia alle spalle alla volta dell’Argentina – Adelaida Gigli è stata un’artista anticonformista e brillante, divertente e ironica nonostante il suo passato drammatico e doloroso. Affascinante come Jeanne Moreau, piena di spirito come Wisława Szymborska e appassionata delle sigarette come Ingeborg Bachmann, Adelaida alla fine degli anni Quaranta è a Buenos Aires e si tuffa nella vita politica e letteraria della città.
Insieme al marito David Viñas e ad altri intellettuali, fonda la rivista Contorno, destinata a diventare un punto di riferimento per l’Argentina degli anni Cinquanta, una esperienza dal basso e politicamente schierata con le classi più indigenti, in contrasto con la ricca e altolocata Sur di Victoria Ocampo. In quegli anni Adelaida ha due figli, Mini e Lorenzo, militanti del gruppo rivoluzionario montoneros. Entrambi ‘desaparecidos’, lei nel 1976, lui nel 1980. Subito dopo il colpo di stato del 1976 e la straziante perdita dei figli, Adelaida è costretta a lasciare l’Argentina per recarsi a Recanati, suo paese natale, dove comincia una nuova vita artistica e personale. Sempre nella città di Leopardi, muore nel 2010, in un ricovero, nel quale trascorre gli ultimi nove anni, in solitudine.
Adrián N. Bravi ripercorre con amicizia e grazia le tappe della vita di una donna d’eccezione, che ha potuto conoscere e di cui è stato confidente, e mentre lo fa ci racconta gli anni della dittatura, l’impegno politico dei più giovani, il fermento culturale, la forza della letteratura argentina. Come si può rimanere al mondo dopo la perdita dei propri figli? Come ha vissuto chi si è salvato scappando dalla persecuzione politica? In questo romanzo biografico l’umanità formidabile di una donna e di un’artista emerge e commuove, mentre la scrittura racconta la potenza della memoria, dell’affetto e della resistenza contro ogni tentativo di cancellazione e oblio.