Titolo: L’età straniera
Editore: Marsilio
Proposto da Benedetta Tobagi
«Perché leggiamo romanzi? Come antidoto alla solitudine esistenziale, per trovare, nelle pagine, noi stessi; per poterci riconoscere, trovare parole per la nostra ombra, per sentimenti così sottili da non avere nome, o una ferita segreta, diranno alcuni. Per vivere “vite che non sono la mia”, incontrare l’alterità totale, estendere l’empatia oltre i confini dei territori a noi familiari, diranno altri. Più spesso, tutt’e due le cose. Il primo elemento di grande fascino de L’età straniera di Marina Mander sta nel fatto di consentirci entrambe le esperienze, trascinandoci nella penombra di uno spazio liminale, nella schiuma tra terraferma e mare, come nell’immagine di copertina. Marina Mander ci mostra il mondo attraverso il suo sguardo, che penetra la realtà come un coltello e ha la cruda verità del sole meridiano, uno sguardo invecchiato dal precoce disincanto e insieme fresco, persino ingenuo, nei mille dubbi di chi si affaccia alla vita».