Patrilineare. Una storia di fantasmi

immagine per Patrilineare. Una storia di fantasmi Autore: Enrico Fink 
Titolo: Patrilineare. Una storia di fantasmi
Editore: Lindau

Proposto da Ottavia Piccolo

«Patrilineare. Una storia di fantasmi di Enrico Fink (Lindau) è un originale intreccio fra autobiografia e storia familiare, in cui la personalissima vicenda “di formazione” del giovane Elias finisce per abbracciare i grandi temi della storia del ‘900 italiano.

Ciò che mi ha affascinato da subito è la qualità della scrittura, del linguaggio: anzi, dei linguaggi, dato che il romanzo si muove sapientemente fra registri diversi, sempre guidato da un’ironia a tratti spiazzante, ma capace di condurre il lettore verso il cuore del racconto. Così le (dis)avventure di un giovane musicista che suona il flauto fra procaci cubiste in allucinanti discoteche finiscono per trasportarci fino alla Gorizia della Prima guerra mondiale, e poi alla Ferrara ebraica all’epoca delle persecuzioni nazifasciste, per poi tornare ai giorni nostri e affrontare quella che è l’urgenza del narratore, il rapporto fra la memoria e una identità da costruire. Fink si muove fra riferimenti letterari espliciti (Bassani su tutti, citato più volte nel romanzo) e sotterranei, giocando con stili e tecniche narrative, ma senza mai perdere di vista l’obiettivo del romanzo, e il suo centro emotivo, ovvero l’infanzia in clandestinità del padre dell’autore, il critico Guido Fink, mentre la sua famiglia veniva inghiottita dalla furia nazifascista.

È un romanzo che trovo bello e anche forse necessario in quest’epoca di conflitto, una rilettura in chiave attuale delle memorie familiari, delle tradizioni, del peso delle identità trasmesse, nel tentativo di costruzione di un futuro individuale e collettivo.»


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