Proposto da
Massimo Onofri
«Tutti sanno chi è Amedeo Modigliani. Molti meno sono coloro che conoscono Jeanne Hébuterne, la sua giovane compagna e modella, morta suicida il giorno dopo la scomparsa dell’amante. Non dipingerai i miei occhi è un romanzo che ambisce – e perfettamente riesce nel tentativo – a restituirci la “storia intima” di questo rapporto. Una storia che parte da Montparnasse, da “quel miraggio […] dove si animano i sogni d’arte e gloria di tanti miserabili”: per dire d’un libro che potrebbe essere letto anche come un capitolo eroico della storia della pittura non solo europea a Parigi. Tanti i quadri citati: per aggiungere, però, che continuamente intervengono a sovra-determinare il senso della pagina, se è vero che la critica d’arte, padroneggiata con grazia e leggerezza, vale sempre e solo in funzione della critica della vita. Jeanne Hébuterne è una creatura straziata e straziante: una donna il cui punto di vista – nella simbiosi tra autore e personaggio – resta quello privilegiato. Tanti, insomma, i piani del romanzo, epperò convergenti in direzione del tema decisivo: l’amore come assoluto singolare e la sua perdita come totale disfatta biologica. Nei modi d’un sentimento che innerva ogni pagina: la vita è tutto ciò che abbiamo, ma è anche – leopardianamente – tutto ciò che dobbiamo patire.»
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