Titolo: Non dirmi che hai paura
Editore: Feltrinelli
Presentazione di Giovanna Botteri, Roberto Saviano
Samia è una ragazzina di Mogadishu. Ha la corsa nel sangue. Divide i suoi sogni con Ali, che è amico del cuore, confidente, e primo allenatore appassionato. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto e le prime affermazioni la candidano alle Olimpiadi di Pechino dove non vince ma si fa notare. Il suo vero appuntamento sarà quello di Londra. Ma tutto diventa difficile. Corre chiusa dentro il burka, il padre viene ammazzato al mercato di Bankara, la sorella decide di fuggire in Europa, Ali entra nel gruppo dei terroristi. È tempo di andarsene. Allenarsi ad Addis Abeba e farsi candidare per Londra. Purtroppo il comitato olimpico di Mogadishu non fa arrivare i documenti necessari e Samia si riscopre clandestina. Sola, decide per il viaggio, il terribile viaggio dei migranti dall’Etiopia al Sudan, e attraverso il Sahara verso la Libia per poi arrivare via mare in Italia. Sono mesi di umiliazioni, di vessazioni, di pura devastante corporeità. Quando sale sulla barca per Lampedusa, Samia è il sogno di se stessa, e l’acqua azzurra della libertà la inghiotte per sempre.
Non dirmi che hai paura è un romanzo che ti prende per la mano e ti invita ad andare. Non è una stretta autoritaria la sua, ha la dolcezza di una voce adolescente, giovane, entusiasta. Ti costringe ad andare perché ti racconta la storia di una ragazza, Samia, che si è innamorata della corsa e per correre ha cominciato a sognare – a sognare come fanno gli atleti, a sognare di vincere. Non si va alla stessa velocità di Samia – sarebbe impossibile. Ma le si sta a fianco, mentre percorre i viali di Mogadiscio, mentre esplora il cielo della notte, mentre si infila le scarpe, mentre suda, mentre sente il respiro battere sotto il burqa. Giuseppe Catozzella ha scritto “con la voce” di Samia, chiedendogliela in prestito, e così facendo l’ha sottratta al reportage e l’ha consegnata alla fiaba. Certo si tratta di una fiaba dolorosa ma il dolore, ma il male arrivano insieme al sogno, insieme all’impresa che guida Samia verso una libertà possibile, verso il corpo che si riscatta e riscatta anche il suo Paese. Il valore letterario di Non dirmi che hai paura va di pari passo con il valore civile. Noi che, con Catozzella, l’abbiamo vista sparire al largo di Lampedusa siamo chiamati in causa. E la “causa”, come Samia insegna, non è il senso di colpa, ma il senso del riscatto. O più semplicemente ancora la bellezza di vivere nella pienezza dei sentimenti, delle ambizioni, delle passioni. Per questo, per la franca dolcezza della scrittura, per l’immagine di ragazza “con le suole di vento”, penso che il romanzo di Giuseppe Catozzella sia un candidato speciale di questa gara.
Giovanna Botteri
La storia di Samia, atleta somala apparsa alle olimpiadi di Pechino e morta nelle acque davanti a Lampedusa, è una storia che ha girato il mondo. Samia avrebbe voluto partecipare alle olimpiadi di Londra. Avrebbe voluto allenarsi e vincere. Portava in sé un desiderio di riscatto e di giustizia, e invece è diventata una vittima, insieme ad altre vittime, e invece è diventato un simbolo dell’ingiustizia patita. Giuseppe Catozzella ha raccolto immagini, notizie, testimonianze e ha strappato Samia alla sua sventura e al suo silenzio. Ha cercato l’anima di Samia e le ha dato una voce. Ho sentito in questo romanzo il coraggio e la leggerezza dei giovani esposti al male. Così consapevoli della sua esistenza da driblarlo in incanto e ignara meraviglia. Il mondo crolla, le prospettive si assottigliano, il buio cresce e, al contrario, la speranza resta lucida e luminosa. Samia abbandona la sua città, i suoi cari, le strade in cui ha cominciato a correre, e si trova, lei e il suo corpo, in mezzo ad altri corpi, sui mezzi di fortuna che attraversano boscaglie e deserti per arrivare nel nord Africa e da lì in Europa. Si chiama il “viaggio”, in gergo. Ed è il viaggio per eccellenza. Ed è la tortura. Ma Samia, così ce la restituisce Catozzella, è la guerriera che si prepara, tutta nella luce, al grande duello. Al duello figlio del sogno, dell’avventura, della libertà di desiderare. Non dirmi che hai paura è un romanzo affacciato sull’abisso della cronaca (e nulla ci nasconde degli eventi che la rendono intollerabile) e che tuttavia non cede alla tentazione del realismo. L’io di Samia è lì per non lasciare i fatti ai fatti, per accogliere quei fatti dentro lo strappo di un’avventura che ci lascia stupefatti davanti alla bellezza perduta, alla giovinezza umiliata, al futuro che non arriva. Siamo di fronte a un romanzo importante
Roberto Saviano