Il cielo è dei potenti

immagine per Il cielo è dei potenti Autore: Alessandra Fiori 
Titolo: Il cielo è dei potenti
Editore: Edizioni e/o

Presentazione di Giovanna Botteri, Paolo Sorrentino

Claudio Bucci è stato un uomo potente, un politico della Prima Repubblica. La corsa per il successo ha segnato la sua esistenza. A settant’anni un incontro inatteso e lungamente evitato lo spinge a raccontare i segreti della sua storia con cinico disincanto. I sogni, l’ambizione e l’ascesa in un’educazione sentimentale che parte dalla provincia dei primi anni Quaranta e prosegue nella Roma dell’immediato dopoguerra. Claudio conosce la fine del fascismo e la nascita dei Comitati Civici. È in coda con i “fagottari” sulla Via del Mare e dentro i bordelli affollati del centro storico. È immerso in fumose sezioni di partito e conquistato dall’ambiguo fascino dei suoi meccanismi. Tessere, correnti e congressi, protettori e compari dominano l’orizzonte di Claudio, fino alla scoperta del grande amore per un’unica donna. Ma nell’irrinunciabile lotta per rimanere in alto il compromesso si fa pane quotidiano. Il come eravamo di una generazione narrato da un uomo con il demone del comando.

Il cielo è dei potenti comincia come un romanzo di formazione. Il protagonista lo incontriamo ragazzino, nell’Italia del dopoguerra: il lettore si identifica immediatamente con quella sua voglia di riscatto, quel bisogno di fuggire, via, di corsa, dagli stenti di una vita in provincia, dalla miseria, a coltivare quell’ambizione di arrivare da qualche parte. All’inizio è la vocazione religiosa a fargli fare il gradasso in famiglia, ma poi un giorno passa col padre davanti alle prime sezioni DC di quartiere e finalmente sente il richiamo: la sua vocazione e’ politica. Così ha inizio la parabola di Claudio Bucci, senza metodo, ma con smisurata energia, e spudorato talento. Mi ha sorpreso la capacità con cui la Fiori tiene a bada questa vitale materia narrativa umanizzando senza indulgenze il potere, e intanto nel suo racconto passano cinquant’anni della nostra storia, tra euforie, debolezze, cinismo, alleanze, ferimenti, bugie. Un romanzo originale, evocativo, scritto con mano sicura.
Giovanna Botteri

Claudio Bucci, straordinario uomo senza qualità, innamorato della sdrucciolevole politica del meccanismo e del sotterfugio carissima alla prima Repubblica, a digiuno dello spirito missionario che l’alta politica richiederebbe, smosso da una tenerissima ambizione che, in ultima analisi, si nutre del sogno della modesta bandiera tricolore afflosciata dietro un’agognata scrivania da ministro. La scaltrezza del fiuto politico di Bucci è mirabilmente messa a fuoco da Alessandra Fiori e seduce la sua contrapposizione col racconto del disagio dell’uomo, la soave ingenuità del padre e marito. Scaltrezza e ingenuità, contenute dentro questo unico, grande personaggio, regalano una tensione somma, matura, duratura. Tutto narrato al ritmo di una partita di ping pong, come se fosse giocata da campioni cinesi. È un libro senza tempi morti, che precipita, ricade a cascata, per ricordare a chi legge l’urgenza del vivere totalmente la vita e che contiene un meraviglioso lenitivo: il racconto di come la pochezza umana possa essere del tutto sufficiente a riempire l’esistenza. E a renderla unica. Inoltre, l’appropriata e potente struttura circolare ci rammenta ciò che meno ci sta a cuore e che non vorremmo mai ricordare e cioè che, alla fine dei giochi dell’uomo, si finisce sempre laddove si è cominciato. 
Paolo Sorrentino


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