Titolo: Figli dello stesso padre
Editore: Longanesi
Proposto da Alberto Asor Rosa, Salvatore Nigro
Figli dello stesso padre, ma di due donne diverse, Germano ed Emilio si rivedono dopo un lungo silenzio. Sono diversissimi, accomunati unicamente dall’amore insoddisfatto per il padre Giovanni, una figura possente, passionale ed egocentrica, che ha abbandonato la madre di Germano perché la sua nuova donna aspettava un figlio, Emilio, per poi abbandonare poco dopo anche lei come tutte le altre donne della sua vita. Germano, pur essendo sempre stato il preferito del padre, non ha mai perdonato al fratello piccolo di essere la causa del divorzio dei genitori. Emilio, cresciuto sapendo di essere il figlio non voluto, ha sempre cercato, invano, l’affetto del padre e del fratello. Nei pochi giorni che trascorreranno insieme, le antiche rabbie e il richiamo del sangue riemergeranno furiosi.
Romana Petri racconta la vicenda dei due “figli dello stesso padre” – fratelli nella profondità delle ossa, ma in tutto il resto assolutamente diversi e spesso contrapposti, – proiettandola sullo sfondo vasto e molteplice di un’intera saga famigliare. Ne sono protagonisti, oltre ai due fratelli, Germano ed Enrico, le due madri, alcuni dei nonni, il padre Giovanni, bizzarro e incostante, e, sia pure di scorcio, le innumerevoli ragazze di cui lui s’innamora e che di lui s’innamorano. La materia, dolente e talvolta persino disperata, ma anche spesso allegra e autoironica, viene rappresentata con enorme delicatezza di sentimenti e una rara sobrietà stilistica e narrativa. Persino lo scioglimento, finalmente positivo dell’antagonistico rapporto, che avrebbe potuto apparire una soluzione di comodo all’intera vicenda, viene risolto con tratti rapidi ed intensi e una grande verità sia psicologica sia umana. Eccellente ovunque l’uso del dialogo. Si tratta, insomma, di un vero romanzo, solido e godibile, scritto con una sapienza letteraria fuori del comune, abbastanza rara oggi al di fuori di questa consolidata tradizione narrativa.
Alberto Asor Rosa
Un padre prima conteso e poi rimpianto. Due figli di madri diverse, vicini e lontani nello stesso tempo. In mezzo, una costellazione di famiglie allargate, dai confini liquidi, con tante storie pregresse ma sempre incombenti. È questa, in estrema sintesi, la traccia del nuovo romanzo di Romana Petri: magistrale nell’uso dei tempi che si sovrappongono, nella narrazione di storie che tendono a farsi palinsesti, nel dialogo tra luci e ombre, tra amori e risentimenti. Un romanzo maturo e originale.
Salvatore Nigro