L’energia del vuoto

immagine per L’energia del vuoto Autore: Bruno Arpaia 
Titolo: L’energia del vuoto
Editore: Guanda

Proposto da Cristina Comencini, Giorgio Ficara

È notte, su una stradina di montagna in Svizzera. Un’auto procede veloce, diretta a Marsiglia. A bordo un uomo, Pietro Leone, funzionario dell’Onu a Ginevra. Accanto a lui dorme il figlio Nico, una console stretta fra le mani, i jeans a vita bassissima come ogni adolescente che si rispetti. I due sono in fuga, anche se nemmeno Pietro sa da cosa sta fuggendo. La sola certezza è che da giorni qualcuno tiene sotto controllo i suoi movimenti e che la moglie Emilia Viñas, spagnola, ricercatrice al Cern, la sera precedente non è tornata a casa. La donna è la responsabile di uno degli esperimenti con il Large Hadron Collider, l’Lhc, il più potente acceleratore di particelle mai costruito al mondo. Emilia ama il suo lavoro, al quale spesso, necessariamente, sacrifica la famiglia e soprattutto il rapporto con Pietro, che sembra giunto a un punto morto. Del resto, quella della fisica, da Einstein alla teoria delle stringhe, è un’avventura troppo affascinante.
Lo scopre anche Nuria Moreno, giornalista di Madrid giunta al Cern per realizzare un servizio per il suo giornale e conquistata da quel mondo all’inizio tanto lontano da lei. E proprio grazie alle sue domande, che si fanno via via più puntuali, veniamo coinvolti in un universo che a molti appare misterioso e incomprensibile, ma che in queste pagine si racconta e si manifesta con l’immaginazione e la passione che lo animano, rivelandosi intessuto della stessa sostanza, dello stesso desiderio di conoscenza, degli interrogativi sul futuro e sulla vita che agitano tutti noi… Da chi stanno scappando Pietro e Nico? Dov’è finita Emilia?

L’energia del vuoto è un romanzo avvincente, che ci trascina nel cuore del mistero: non solo quello dell’intrigo che si svolge attorno al Cern di Ginevra, ma anche e soprattutto quello che avvolge la fisica contemporanea nel suo tentativo di rispondere alle domande fondamentali, le stesse che si ponevano già gli antichi e che assillano noi oggi: che cosa siamo, da dove veniamo, cosa sono davvero la materia, lo spazio, il tempo? Un romanzo certamente inusuale per molte ragioni, raro nel nostro panorama letterario. Poche volte, infatti, uno scrittore italiano ha messo così bene in scena la scienza e le sue implicazioni morali, sociali e politiche; pochissimi sono stati i tentativi riusciti, come quello di Arpaia, di ricomporre la secolare frattura fra arte e scienza, la quale rimane uno dei pochi territori ancora fitto di possibili avventure, di regioni inesplorate, di rotte da tracciare, di tesori da scoprire. Con una scrittura di estrema precisione ed eleganza, con personaggi, specialmente femminili, lontani da ogni stereotipo, con una struttura del tutto aderente alla materia narrata, L’energia del vuoto contiene insomma in sé tutti gli ingredienti di quel ménage à trois fra scienza, filosofia e arte che, secondo Calvino, costituisce la vocazione profonda della migliore letteratura italiana. Per queste ragioni il libro mi ha colpito e convinto, e per questo presento la sua candidatura al Premio Strega. 
Cristina Comencini

Sono molto lieto di presentare al Premio Strega 2011 il romanzo L’energia del vuoto di Bruno Arpaia. Se a tutta prima la scienza -in particolare gli esperimenti con l’Lhc al Cern di Ginevra- appare il centro, vertiginoso, di questo libro, è l’emozione stessa dei personaggi di fronte a ciò che la scienza innanzitutto non disvela il centro di questo centro. Esperimento puro, L’energia del vuoto mette in scena vicende lineari e comuni di personaggi del tutto umani precipitati, necessariamente, in un labirinto di domande fondamentali o di enigmi: che cosa sia la materia, oscura, che non possiamo vedere, né toccare; che cosa sia, o non sia, il “flusso” del tempo; e perché la natura si nasconda… Romanzo in cui l’intelligenza cognitiva gioca un ruolo non secondario rispetto a quello dell’evidenza psicologica, L’energia del vuoto è in effetti un testo innovativo e prezioso nel panorama attuale della nostra letteratura. 
Giorgio Ficara


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