Sin dalla nascita il Premio Strega è stato indice dei gusti letterari degli italiani. I libri premiati, dal 1947 a oggi, raccontano il nostro Paese documentandone la lingua, i cambiamenti, le tradizioni.

I libri proposti dagli Amici della domenica

immagine per Il cuore è un guazzabuglio
proposto da:
Filippo La Porta
«Il cuore è un guazzabuglio di Eleonora Mazzoni è un saggio di miracolosa freschezza e acume interpretativo, travestito da avvincente racconto biografico (in sintonia – noto per inciso – con il recente orientamento dello Strega verso un gusto della narrazione come “spiazzato”, rinvenibile in ogni genere letterario). Eleonora Mazzoni non è una studiosa di letteratura, né una specialista di Manzoni. Ma l’ha voluto raccontare con la sua immaginazione ed empatia di scrittrice liberandolo da ogni polverosa monumentalità. Ne rilegge i testi, sottolineando alcune verità meno ovvie e rivivendone le passioni (anche attraverso un uso “funzionale” del gossip). Ad esempio: nei Promessi sposi “i legami elettivi si rivelano più procreativi dei legami di sangue”, tanto che nella scena del lazzaretto troviamo capre che allattano bambini e madri che danno da mangiare ai figli non propri: nel paese del familismo amorale l’immagine “eversiva” di un affratellamento ben oltre i confini della famiglia.  O anche il commento alla presunta rassegnazione di Lucia, vista come una forma di “accoglienza”, come un “saper ospitare l’incomprensibile dell’esistenza”. Per niente passiva di fronte ai prepotenti, radicata nelle sue convinzioni come un’eroina di Jane Austen, sa anche che non possiamo governare cose e persone: la sua è una cognizione del limite. All’enigma insolubile della Storia, in cui “non si può che far torto o patirlo”, Manzoni contrappone, tolstojanamente, la storia segreta delle anime, e della loro resistenza. Eleonora Mazzoni ci restituisce l’immagine di uno scrittore cattolico pessimista (giansenista) e fiducioso nel valore contagioso della bontà: lo legge come un nostro contemporaneo, che preme su di noi con i suoi dubbi pascaliani. Lo trasforma in palpitante personaggio letterario e ne rivive la tormentata narrazione dell’esistenza con intima partecipazione. Il suo libro, mescolando sapientemente fiction e non-fiction, sfiora una verità che tradizionalmente appartiene allo spazio del romanzo.» (F.L.P.)
un giorno ti dirò tutto
proposto da:
Serena Dandini
«Laura Buffoni, al suo romanzo d’esordio, mostra grande talento e consapevolezza letteraria, nella capacità di utilizzare forme diverse di scrittura e di cambiare repentinamente tonalità. Un giorno ti dirò tutto parte da uno spunto autobiografico drammatico e sa mutarsi in romanzo di formazione, riflessione filosofica, racconto del presente, alternando momenti lirici e lapidarie, incursioni ironiche, divagazioni saggistiche e commedia umana, senza mai perdere freschezza ed energia. È un libro spiazzante e coraggioso, che sa divertire, produrre pensiero ed emozionare. Per tutti questi motivi ho deciso di proporre la sua partecipazione al Premio Strega.» (S.D.)  
Storia dei miei soldi
proposto da:
Nadia Terranova
«Vent’anni fa una scrittrice ha pubblicato un romanzo che era una favola sull’amore, sulla solitudine, sulla ricerca di sé attraverso il corpo. Era adolescente, ed era anche una scrittrice: non lo si diventa a un’età, lo si nasce – però, siccome era giovane, quel romanzo testimoniava la sua gioventù. Scatenò clamore perché testimoniava anche un’epoca in cui si riteneva inaccettabile che gli adolescenti avessero una vita sessuale che sfuggiva alle proiezioni degli adulti, fu definito immorale e scandaloso, allora non andavano di moda hashtag o cordoni contro le aggressioni misogine, e la scrittrice tradotta in tutto il mondo attirò le peggiori, cavandosela sempre senza lagne e con eleganza. Vent’anni dopo, la scrittrice è sempre una scrittrice, e a differenza di tanti che smaniano per il successo non ha mai dovuto inseguirlo, piuttosto si è concessa il lusso di non abbandonare l’unica avventura realmente audace della sua vita: essere sé stessa. Si è innamorata e disinnamorata, ha viaggiato, ha scritto libri e articoli saccheggiando i suoi numerosi interessi senza attaccarsi a nessuna corrente, ha attraversato ombre, interruzioni e fallimenti, è stata truffata, ha scelto di diventare madre, ha scelto ogni giorno di salvare di sé solo ciò che non moriva e non la faceva morire. Un giorno incontra Clara T., l’attrice che ha interpretato al cinema il secondo dei suoi romanzi, e con lei inizia un dialogo ipnotico. Clara ingoia mentine, o forse monetine, e parla solo di soldi. Lucido e struggente è il racconto della sua vita parallelo a quello della scrittrice: inizia una storia ibrida e vertiginosa di fantasmi e solitudine, una storia d’amore – solo quelli bravi sanno parlare d’amore e di dolore attraverso la luccicanza senza mai, neppure per un attimo, cadere nella retorica. Solo quelli bravi sanno prendersi rivincite senza le retoriche dei libri di riscatto, senza nascondere dolore, compromissioni e voragini. Così, Storia dei miei soldi risulta un romanzo magnifico, scivoloso e sapiente, che gioca con il grottesco, con il doppio letterario, con l’autofinzione, scritto dalla voce saggia di una donna capace di abbracciare la bambina che non smetterà mai di portare dentro. Una voce insieme millenaria e infantile, e perciò, senza necessità di pose o travestimenti, semplicemente e naturalmente magica.» (N.T.)
la città e i giorni
proposto da:
Gianluigi Simonetti
«Per l’edizione 2024 del Premio Strega propongo la candidatura di La città e i giorni di Filippo D’Angelo, perché lo considero esemplare di cosa dovrebbe fare (e forse ha sempre fatto) un romanzo degno di questo nome. La città e i giorni scava sotto la superficie delle azioni e dei discorsi umani per individuare i moventi profondi, le tensioni, i conflitti che ne sono alla base e che forse solo l’arte rende capaci di vedere. Per arrivare a questo risultato Filippo D’Angelo costruisce una speciale configurazione linguistica e formale. Disegna un mondo narrativo che possiede sia la forza di un’attenta osservazione dal vero sia gli spessori che sa accumulare la fantasia romanzesca. Crea due paesaggi indimenticabili – rendendo familiare l’ambientazione africana ed esotica quella milanese – e due protagonisti sfaccettati e ambivalenti (credibili come singoli e autonomi individui, ma insieme capaci di restituire l’immagine di un ceto, di una generazione, di un desiderio di possesso e di un senso di colpa). Infine elabora una struttura narrativa peculiare, articolata e per certi versi imprevedibile, con piani temporali diversi, differenti livelli di senso e plurime chiavi di lettura. Per tutti questi motivi credo che La città e i giorni rappresenti un ottimo esempio dello sforzo più serio che la narrativa italiana sta compiendo in questi anni per continuare la vecchia e sempre attuale missione del romanzo: divertirci con la forza delle parole e delle idee, farci sapere chi siamo veramente.» (G.S.)

Vincitore 2023

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29 Febbraio 2024

Venerdì 5 aprile sarà annunciata la dozzina in una conferenza stampa che si terrà presso la Camera di Commercio di Roma nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano

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