Titolo: La scoperta del mondo
Editore: Nottetempo
Presentazione di Antonio Debenedetti, Rosetta Loy
Luciana Castellina militante e parlamentare comunista, fra i quattordici e i diciotto anni ha tenuto un diario che racconta la sua iniziazione politica: dal giorno in cui, il 25 luglio 1943, a Riccione, la partita di tennis con la sua compagna di scuola Anna Maria Mussolini, viene interrotta perché la figlia del Duce deve scappare (suo padre è stato appena arrestato a Roma), a quando si iscrive al PCI. In mezzo, l’evoluzione di una ragazza dei Parioli, con gli occhi aperti sul mondo e sulla storia, titubante nei suoi pensieri e curiosa di capire, i primi viaggi a Praga e nella Parigi del dopoguerra, i primi compagni, il primo gioioso lavoro, insieme a tanti coetanei di tutta Europa, per costruire una ferrovia nella Jugoslavia di Tito, le domande, le ribellioni, le scoperte di uno spirito impaziente di prendere forma. Questo diario, rivisitato e arricchito, ha mantenuto tutta la sua freschezza e la forza della sua testimonianza su un pezzo di storia decisivo per la generazione postbellica. Una lettura appassionante e rivelatrice, a cui si accompagnano foto d’epoca inedite.
In questo suo libro Luciana Castellina, ormai congedatasi da una impegnativa e storica militanza nella sinistra comunista, scopre la leggerezza o meglio una gioia espressiva che nasce appunto dalla leggerezza. “La scoperta del mondo”, dove diario e romanzo convivono in una coinvolgente mescolanza, scaturisce da un piacere quasi fisico di lasciarsi portare da quell’intelligenza del cuore nemica d’ogni pesantezza e pedanteria. Così i ricordi dell’autrice, bambina nell’Italia del fascismo trionfante, poi adolescente nello sfacelo della guerra e infine giovane donna all’indomani della Liberazione, finiscono col dar vita a un racconto molto personale, agile e spigliato, degli anni più neri (quelli di Mussolini) e degli anni migliori (quelli che coincisero con l’avvento della democrazia) del nostro novecento. La narrazione, supportata da numerosissimi fatti e aneddoti, procede per tagli rapidi, descrizioni veloci, ritratti icastici e pungenti. Fanno cosi capolino gli zii e i cugini ebrei di Luciana, portando con loro preziose briciole d’una mitteleuropa ormai lontana come l’antico Egitto. Intervengono nel racconto, quasi fossero portati dal vento eccitante della Liberazione, i giovani intellettuali di sinistra degli ultimi anni quaranta e i leader politici di quella sinistra. Indimenticabile un Giuliano Pajetta che, incaricato di ammonire Luciana, le parla di Lenin in termini cosi severi da essere per lei incomprensibili! Lungo l’intero arco del libro poi, grazie proprio a una leggerezza tutta consapevole, la Castellina riesce a raccontare il suo progressivo allontanarsi dalla borghesia, la sua classe d’origine, senza asprezze polemiche o irrigidimenti ideologici. Lascia parlare la vita, le scelte che la vita l’ha aiutata a compiere e questo suo fare aggiunge al libro una grazia speciale, un tocco d’eleganza e insieme di catturante cordialità.
Antonio Debenedetti
La scoperta del mondo è per il lettore la scoperta di una scrittrice. Il nome di Luciana Castellina è infatti legato più alla storia politica della ‘sinistra’ che non alla letteratura. Ma al contrario di molte memorie, invece di presentarsi come una velata e sapiente autocelebrazione, la scrittura, in apparenza poco ricercata, è in realtà abilissima nel non scivolare mai nella retorica. Una ‘storia’ che scorre via limpida mescolando alle pagine dell’adulta brani del diario dell’adolescente seduta fra i banchi del Tasso, ancora sotto regime fascista. Una adolescente puntigliosa e attenta a quando le accade intorno, senza capirne ancora granché. La divisa da piccola italiana. Il saluto romano. L’adunata del Sabato. Nel Luglio del ’43 è a Riccione a giocare a tennis con Anna Maria Mussolini; e il suo poco ‘poco capire’ l’accompagna ancora nel settembre successivo, quando la guerra tracolla. Poi è la morsa dell’inverno gelido e affamato del ’44. Intanto, poco per volta, gli occhi dell’adolescente si aprono su una realtà diversa e drammatica, anche perché la sua famiglia, assolutamente laica, ha ‘contagi’ ebrei. Ma a guerra finita, per la ragazza tornata sui banchi del Tasso, non è ancora chiaro quale direzione prenderà la sua vita. Il risucchio politico alla fine sarà inevitabile: il ‘diario’ si ferma lì. È il 1947. Con la fine del ‘diario’, termina anche il racconto. La grande abilità di Luciana Castellina sta nel riuscire a intrecciare quello che vede e prova una ragazza mentre intorno tutto caracolla e sprofonda, si trasforma sotto la spinta di una guerra in caduta libera. E subito dopo, i primi passi nel turbinio di una libertà fino a quel momento sconosciuta dove lei si muove ancora goffa e incerta fra gli ambienti bene-romani (abita infatti in via Mangili, ai Parioli) mentre lo sguardo si fa ogni giorno più attento e curioso. Fino alla scelta di prendere parte a quanto sta trasformando il ‘mondo’. Ma se La scoperta del mondo è un libro dove la ‘storia’, quella piccola e individuale, prende forma insieme quasi naturalmente a quella grande di noi tutti, è merito dello stile del racconto dove gli avvenimenti si aprono e colorano come una calcografia immersa nell’acqua. Dall’abilità nell’alternare lo sguardo della ragazza alla voce, mai neanche un attimo compiaciuta, dell’adulta. Oltretutto bellissima, come compare nelle fotografie in appendice al libro.
Rosetta Loy