Titolo: I frutti dimenticati
Editore: Marcos y Marcos
Presentazione di Ernesto Ferrero, Valeria Parrella
Un padre sparito nel nulla che con la sua assenza ha lasciato un vuoto clamoroso, ma che la fantasia del figlio ha trasformato in un uomo quasi magico. Ora, quel padre da sempre ignoto, sbuca all’improvviso. Di punto in bianco, il figlio dovrebbe chiamare papà un uomo che “non è niente, non è nessuno”. Proprio quando diventa padre anche lui, ma con una compagna che è non più sicuro di amare, mentre tutto sembra sfuggirgli di mano. Non è facile diventare figlio e padre nello stesso momento. Per fortuna, c’è un pozzo segreto a cui attingere. Un pozzo scintillante di racconti e personaggi, avventure reali e immaginarie: piante officinali dai profumi secolari e sogni che volano come mongolfiere. Per trovare una lingua segreta con cui parlare al proprio figlio appena nato.
Per uno scherzo del destino, un uomo di trent’anni si ritrova a diventare figlio e padre nello stesso momento, a imparare linguaggi sconosciuti o semplicemente rimossi. Con I frutti dimenticati, Cristiano Cavina da Casola Valsenio, provincia di Ravenna, si inscrive nella grande linea padana di Zavattini, Guerra, Celati, Cavazzoni, popolata di personaggi teneri e sognatori, dolcemente strampalati ma saldamente ancorati alla terra, tanto più leggeri quanto più candidamente carnali: eterni bambini capaci
di vedere e dire il vero con la semplicità che è dei veri poeti.
Ernesto Ferrero
I frutti dimenticati non solo conferma la genuinità e la freschezza della scrittura di Cavina, ma va oltre, facendosi considerare il suo romanzo più riuscito. Storia di un uomo che costruisce il suo valore esistenziale lasciando nascosto e mascherato dentro di sé l’assenza che lo caratterizza: il fatto di essere cresciuto senza un padre. Lontano dalla logica del “sangue che chiama”, l’autore racconta invece quei mille sotterranei che scorrono sotto le vite e le collegano a loro insaputa. Ma I frutti dimenticati è anche un libro sul mestiere della scrittura, sull’irresistibile momento che ogni lettore aspetta: quello in cui l’autore smette qualunque altra trama e parte da sé stesso.
Valeria Parrella