Il corridoio di legno

immagine per Il corridoio di legno Autore: Giorgio Manacorda 
Titolo: Il corridoio di legno
Editore: Voland

Proposto da Enzo Golino, Claudio Strinati

Un poliziotto, atterrato a Berlino per un’indagine, torna al collegio in cui ha passato la sua adolescenza e in cui si è formato un gruppo di amici che hanno dato origine alla lotta armata, una volta tornati in Italia. Per ragioni personali vuole capire cosa è successo, da quale male privato è nato il male pubblico. Così ricostruisce la vicenda di due fratelli, dei loro sodali e delle loro donne tra Berlino, Roma e una piccola isola persa in un lago, in uno scenario dominato dalle milizie di un regime autoritario che si è instaurato dopo un periodo di contestazione e di terrorismo. Un romanzo che riflette, in una dimensione storica fantastica, sulle illusioni della generazione del Sessantotto.

Presento Il corridoio di legno per le sue qualità di scrittura e l’ingegnosa costruzione narrativa. Le immagini, a cominciare dalle scene con la neve, benché realistiche, assumono nel corso della vicenda una forte connotazione simbolica. E così il gruppo dei giovani che studiano nel collegio di Berlino e il corridoio presente nel titolo. Il rapporto dei due fratelli, Andrea e Silvestro, le implicazioni esistenziali e politiche che lo governano sullo sfondo degli anni Settanta in Italia, diventano un canone essenziale, pubblico e privato, di quegli anni difficili.
Enzo Golino 

Opera da un lato limpida e ordinata, dall’altro volutamente caotica e multiforme, Il corridoio di legno è un romanzo di formazione e distruzione, che congloba modalità di scrittura diverse e finanche opposte per conseguire un sorprendente livello di consapevolezza e penetrazione. È una sorta di favola fantapolitica e di scavo introspettivo in cui l’antica forma del romanzo epistolare è riformulata all’interno di una macchina narrativa ansimante e seducente, in cui si mescolano, in modo invero originale e per certi versi innovativo, edonismo e “sprezzatura”, parola poetica e dialogo serrato, apparente e ironica indulgenza verso il “genere” e severi scarti improvvisi verso orizzonti inaspettati e inquietanti. La scrittura diventa, così, una forma di supremo dominio e controllo che attrae il lettore, lo rende partecipe di un processo creativo complesso ma sempre più chiaro e evidente nel dipanarsi del romanzo. 
Claudio Strinati


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