Bambini nel bosco

immagine per Bambini nel bosco Autore: Beatrice Masini 
Titolo: Bambini nel bosco
Editore: Fanucci

Proposto da Roberto Barbolini, Romano Montroni

C’è un campo, la Base, dove crescono i bambini senza ricordi o memoria. Tra loro c’è un gruppo più vivace, composto da Hana, capo del Guscio, dura e metodica, Dudu, sempre attento e guardingo, Glor, grande e goffo, Cranach, il più lento di tutti, Orla, la più piccola, e infine ZeroSette, l’ultimo arrivato. C’è anche Tom, ma lui appare diverso: si perde in mille pensieri e a volte sente riaffiorare un Coccio, un frammento di vita passata. Un giorno convince i ragazzi a spingersi nel bosco per esplorare il mondo di fuori. Porta con sé un libro di fiabe appena ritrovato, che comincia a leggere ad alta voce suscitando emozioni e curiosità. Ma ben presto nel gruppo si alterneranno rivalità e gelosie, scoperte e amori: tutto seguito da lontano da Jonas, addetto al sistema di controllo del campo, che in realtà ha programmato una fuga. Quasi per incanto, quel libro e quella lettura doneranno a ognuno di loro un filo di speranza e gioia.

È un libro che mantiene più di quello che promette. Si presenta come un romanzo per ragazzi, in effetti ne ha tutte le doti per quello che attiene alla limpidezza della scrittura e alla ricchezza della dimensione fantastica. Ma il tono della favola – sia pure d’una favola nera e apocalittica – si mescola con naturalezza all’apologo fantascientifico di stampo orwelliano, narrando la fuga verso il bosco dell’avventura da parte d’una banda di ragazzini sopravvissuti a un’imprecisata catastrofe, sotto l’occhio d’un Grande Fratello dapprima neutrale, poi complice e partecipe, con il quale il lettore è portato a identificarsi. La trama è ben costruita, i personaggi disegnati con cura affettuosa, la scrittura agile e padroneggiata con mano sicura. 
Roberto Barbolini

In principio era il Verbo: con il ritrovamento della parola, Beatrice Masini costruisce un apologo poetico e originale, dove c’è posto anche per lo stupore e il dolore profondo della morte. E il linguaggio dei ragazzi, sospeso tra realismo e fantasia, riflette la graduale scoperta di se stessi e del mondo, complice il ritrovamento casuale di un libro di favole. Ma dal momento che la squallida Base nella quale vivono è sorvegliata da un manipolo di “grandi”, è solo fuggendo e prendendo la strada del bosco che i ragazzi arriveranno alla consapevolezza di sé e alla possibilità di esprimere emozioni e turbamenti. Attraverso una narrazione toccante e poetica, Beatrice Masini propone una fiaba tradizionale e al tempo stesso universale, nella quale le parole trovano finalmente il posto giusto.
Romano Montroni


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