Titolo: La scomparsa di Lauren Armstrong
Editore: Fandango Libri
Presentazione di Luca Canali, Giuseppe Patota
Di Lauren Armstrong nessuna traccia, se non i pochi e impercettibili indizi lasciati nel suo ultimo film. Una delle più luminose star del cinema mondiale scompare così, all’improvviso, senza che nessuno sappia dire dove sia andata. Eva Loi, la sua giovane doppiatrice italiana, viene travolta dalla notizia in una giornata inquieta, strana, una di quelle in cui le capita di interrogarsi sulla propria vita, sul passato e su Vittorio, l’uomo che le è accanto ma che lei sente sempre più inadeguato. D’un tratto non ha più film da doppiare e si ritrova costretta ad affrontare un brusco ritorno alla realtà e a un passato mai completamente rimosso, una discesa verso qualcosa di buio e indefinibile. In quel buio incrocia sua madre, Ella. Una donna fuori dal comune, molto diversa da Eva, inquieta, misteriosa, malata di leucemia. L’unica cosa che le unisce sembra essere la compatibilità di midollo osseo per la donazione. E quella storia, che si ripete. Perché anche Ella, come Lauren, ha tentato di sparire nel nulla nascondendosi a Berlino, insoddisfatta della sua vita familiare. Era il 1989, l’autunno in cui cadeva il Muro. Lì ha lasciato una scia di relazioni e amicizie che vent’anni dopo Eva proverà a ricostruire.
La scomparsa di Lauren Armstrong è fortemente impegnato sul terreno di uno stile quasi ossessivamente prosciugato e risentito, fondato su un periodare allusivo che si serve contraddittoriamente di una minuziosità estrosa e ostinata che senza il cesello di tutte quelle sapienti metafore e similitudini avrebbe rischiato di apparire prolissa.
Luca Canali
Gaia Manzini riesce a raccontarci, in una lingua agile, moderna, controllata, priva di compiacimenti letterari, non solo la storia di Eva e del suo smarrimento interiore, ma anche un pezzo di storia novecentesca, con la ricostruzione dei giorni della caduta del muro di Berlino, sfondo di un’altra sparizione misteriosa e taciuta, quella della madre Ella. La giovane Eva rimarrà a mio avviso, con i suoi dubbi e le sue insoddisfazioni, tra i personaggi femminili più rappresentativi della narrativa italiana contemporanea.
Giuseppe Patota