Titolo: Nel tempo di mezzo
Editore: Einaudi
Presentazione di Marino Sinibaldi, Domenico Starnone
Vincenzo Chironi mette piede per la prima volta sull’Isola di Sardegna nel 1943, l’anno della fame e della malaria. Con sé ha solo un vecchio documento che certifica la sua data di nascita e il suo nome, ma per scoprire chi è lui veramente dovrà intraprendere un viaggio ancora più faticoso di quello affrontato col piroscafo che l’ha condotto fin lì. A Nuoro trova ad attenderlo il nonno, Michele Angelo – maestro del ferro, che gli farà da padre e da complice in parti uguali -, e soprattutto sua zia Marianna, che vede nell’inaspettato arrivo del nipote l’opportunità per riscattare un’esistenza puntellata dalla malasorte. Anni dopo, quando ormai a Nuoro la presenza di Vincenzo Chironi sembra scontata, la forza del sangue torna a far sentire il suo richiamo. Perché quando Vincenzo conosce Cecilia, che ha «gli occhi di un colore che non si può spiegare», innamorarsi di lei gli sembra l’unica cosa possibile. Anche se è promessa sposa di Nicola, con cui lui è mezzo parente… Se è vero che «la disobbedienza chiama il castigo», forse è anche vero che quell’amore è l’ultimo anello di una catena destinata a non aver fine.
Una storia potente, di tempi lunghi e sentimenti forti, su una terra ormai molte volte attraversata ma che qui appare in una luce nuova e antichissima: quella della sua natura perenne e perennemente in grado di colpire e scolpire le vite, di dettare la continuità, di accompagnare i cambiamenti.. Con uno stile che di libro in libro sembra farsi più nitido e originale, sempre più personale e insieme comunicativo, Fois racconta una di quelle storie di cui non possiamo fare a meno, come singoli lettori e come comunità.
Marino Sinibaldi
La narrazione mette a punto almeno tre personaggi memorabili, Marianna, Vincenzo, Cecilia, e una Sardegna tra il 1943 e il 1978 tratteggiata con una potenza descrittiva ormai insolita nella nostra letteratura. Ma quel che più conta è la ricchezza di mezzi tecnici che Fois dispiega con modernissima libertà per servire il nucleo della storia dei Chironi: ogni vicenda individuale è riducibile a quella di Giobbe e ogni cominciare è sempre e soltanto un ricominciare appassionante di grazia e disgrazia.
Domenico Starnone